Migranti, ancora morti nell’Egeo: metà delle vittime sono bambini

di Stefania Arpaia

Ankara – Ancora morti in mare, al largo delle coste turche, dove 14 immigrati hanno perso la vita mentre cercavano di raggiungere l’Europa.

Il barcone, con a bordo siriani e iracheni, si è ribaltato al largo della costa turca di Ayvacik, nella provincia di Cannakale sul mar Egeo, prima di raggiungere l’isola greca di Lesbo, dove gli immigrati erano diretti. I profughi si sono ritrovati in mare. 

Ventisette le persone soccorse e tratte in salvo, tra i superstiti anche una donna incinta. Sono 14 invece i morti, tra cui 7 bambini. 

Previsto, per giovedì, un vertice tra governi europei e africani a Malta, a cui prenderà parte anche l’Italia. Renzi commenta: “Commuoversi non basta, bisogna agire. Quella maltese è la grande occasione per l’Italia, per ritagliarsi e ritrovare il proprio ruolo nel Mediterraneo, ma anche per l’Europa, per ritrovare l’anima persa sotto pile di polverose scartoffie burocratiche”.

“La questione migranti è una catastrofe umanitaria che reclama tutta la nostra attenzione e auspica un intervento dell’Europa nei Paesi di origine perché si creino condizioni adatte alla crescita culturale, lavorativa ed economica di ogni potenziale migrante. Perché l’Europa rappresenti una scelta e non un approdo obbligato, un destino inesorabile”, ha spiegato il primo ministro.

Nel frattempo però, nuove barriere emergono dalla Slovenia che ha creato un muro di filo spinato al confine con la Croazia per evitare il passaggio dei profughi.

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