Si è svolta nel pomeriggio del 21 novembre, a nove giorni dall’attentato di Parigi, la manifestazione nazionale “Not in my name” in piazza Santi Apostoli a Roma organizzata dalle comunità islamiche contro il terrorismo e le stragi di Parigi.
Dopo Palermo, Parma, Reggio Emilia e Lucca, oggi anche a Roma e Milano si grida forte: “Not in my name”, non nel mio nome.
“No all’Isis, no al terrorismo, noi ci siamo” questi sono stati i cori di un gruppo di manifestanti musulmani giunti in corteo in piazza Santi Apostoli. “Non abbiate paura di noi”, grida una manifestante rivolgendosi probabilmente all’intero mondo occidentale.
“L’Isis è un cancro del corpo islamico. Quello che hanno fatto è un attacco contro la comunità intera” recita uno dei cartelli portati alla manifestazione.
All’inizio dell’evento per tutte le vittime di terrorismo è stato osservato un minuto di silenzio. Dal palco del sit in è stata espressa “condanna netta contro tutti i terrorismi, quelli di Parigi sono stati drammatici. Noi siamo pronti per collaborare con le istituzioni per difenderci”.
“I musulmani onesti denunciano l’abuso della nostro religione per la violenza”, queste sono state le parole dell’Imam Pallavicini, vicepresidente del Coreis, Comunità religiosa islamica italiana, tra i promotori della manifestazione.
Il segretario del Centro islamico della Grande Moschea della capitale Abdellah Redouane sintetizza così il senso di “Not in My Name”: “Il messaggio è chiaro: il terrorismo non può continuare a colpire ovunque in nome dei musulmani. Da Roma vogliamo che tutto il mondo ci ascolti”.
Alla manifestazione è stato, inoltre, letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Gli assassini vogliono piegarci facendoci rinunciare ai valori di solidarietà e al nostro umanesimo. Noi non ci piegheremo”.