Grandi festeggiamenti in Nuova Zelanda, nella giornata che secondo i detrattori avrebbe sempre portato male ai leggendari “All backs” (31 ottobre), la squadra nazionale di rugby vince il suo terzo mondiale e porta a casa la coppa Webb Ellis.
Il risultato è sembrato fin dall’inizio scontato. Gli All Blacks, idoli dell’universo rugbystico, hanno giocato le partite del mondiale con una grande forza, soppiantando tutti gli avversari. Gli australiani hanno cercato di resistere fino all’ultimo, tanto che anche gli stessi neozelandesi lo hanno ammesso.
“È davvero difficile parlare – dichiara Steve Hansen, allenatore della squadra – quando si arriva a un punto dove c’è un vincitore e uno sconfitto. L’Australia è stato un avversario magnifico, per come si è approcciata a questa partita e per come l’ha riaperta, senza mai mollare, nemmeno quando tutti pensavano che fosse finita”. “Ho la fortuna di allenare dei grandissimi giocatori. Per battere l’Australia c’è voluto anche tanto cuore, hanno reso il Paese orgoglioso di questa squadra”, ha aggiunto.
Gli All Blacks si sono sempre distinti per il loro “savoir faire” molto umano e umile e, infatti, tanto cuore c’è voluto per battere l’Australia e non solo.
Da poche ore sta facendo il giro del mondo il video che ritrae un incredibile gesto del giocatore più rappresentativo della squadra: Sonny Bill Williams. Mentre faceva il giro del campo con gli altri, un bambino, Charlie Lines di 7 anni, ha scavalcato le impalcature e durante i festeggiamenti ha provato a intrufolarsi sul prato di Twickenham, finendo però brutalmente placcato da una guardia: Sonny Bill ha assistito alla scena ed è andato a cercare il bambino.
Dopo averlo abbracciato, fattosi scattare un paio di foto, gli ha regalato la medaglia d’oro appena conquistata. Il ragazzino ha pianto commosso e il pubblico è rimasto profondamente colpito. Williams ha così confermato il primato di giocatore di rugby più amato di tutti i tempi. “Magari così avrà un bel ricordo di questa finale”, ha detto l’All Black. “Siamo uomini semplici che sanno giocare a rugby” hanno dichiarato i neozelandesi ed, effettivamente, questa convinzione è stata sempre dimostrata anche dai fatti.