Software illegali in ufficio, sanzioni per 13 aziende italiane

di Redazione

Roma – Operazione “Underli©Ensing” è il nome in codice con cui i militari del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale della Guardia di Finanza hanno denominato l’operazione recentemente conclusa che ha portato alla luce una preoccupante frequenza di comportamenti illegali nelle imprese operanti in Italia.

Sotto il coordinamento del Nucleo Speciale e con la collaborazione dei consulenti di Bsa in materia di licensing, i finanzieri dei Comandi Provinciali di Torino, Milano, Bergamo, Bologna, Udine, Roma, Pesaro, Firenze e Bari, hanno condotto 22 ispezioni presso le sedi di altrettante società operanti nei settori del design, della moda, delle costruzioni civili ed industriali e dell’architettura.

Solo 9 aziende sono risultate perfettamente in regola con le licenze relative ai software installati sui propri computer. Le rimanenti 13 (in pratica, quasi il 60% dei soggetti controllati) utilizzavano, sui loro computer, programmi scaricati o duplicati in violazione alla vigente legge sul diritto d’autore.

Tra i programmi maggiormente “piratati” sono risultati quelli prodotti dalle software house Adobe, Autodesk, Microsoft, Ashampo, Robert McNeel & Associates. Il fenomeno della pirateria software si presenta in forme sostanzialmente analoghe su tutte le latitudini della nostra Penisola.

Dieci i responsabili aziendali – nelle cui sedi sono stati ritrovati complessivamente 144 prodotti software illecitamente utilizzati – hanno appreso a proprie spese che la pirateria è un reato che comporta anche severe sanzioni pecuniarie. Infatti la Legge n. 633 del 1941 prevede in aggiunta alla violazione penale anche una contestazione di natura amministrativa pari al doppio del valore di mercato del software illecito: nei confronti delle 13 imprese sono state irrogate.

L’operazione “Underli©Ensing” si inserisce nel quadro della della collaborazione e della sinergia tra Istituzioni ed enforcement che caratterizza il Siac – il Sistema Informativo Anti-Contraffazione gestito dalla Guardia di Finanza. Infatti, in un’ottica di sicurezza partecipata, le Aziende titolari di diritti di privativa industriale ed intellettuale condividono le informazioni rilevanti con il Corpo, che dispone, in tal modo, di maggiori e più penetranti strumenti per garantire la legalità e tutelare il mercato da ogni tentativo di infiltrazione illecita.

“Quanto rilevato dalla Guardia di Finanza durante queste attività ispettive fa emergere nuovamente il tema della legalità che, come è ormai evidente, ha un forte impatto sull’economia del Paese e sulla competitività delle nostre aziende”, afferma Paolo Valcher, presidente di Bsa Italia.

“Siamo grati alla Guardia di Finanza per il suo impegno nel difendere il rispetto della legge e con essa il corretto confronto competitivo fra imprese, oggi minato da un utilizzo di prodotti e soluzioni non originali. Rinnoviamo il nostro pieno appoggio alle prossime campagne che il Nucleo vorrà condurre sul territorio italiano volti a favorire la diffusione di una cultura della legalità nel nostro Paese”.

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