Napoli – Presentato, presso la sede dell’Acen di Napoli, il rapporto congiunturale sull’industria delle costruzioni in Campania. Lo studio passa in rassegna i dati del 2015 del comparto edile, sia pubblico che privato. Tra questi si è tenuto conto degli effetti della crisi, dell’occupazione, del mercato immobiliare, del rapporto delle imprese con le banche e con la Pubblica Amministrazione, gli investimenti pubblici e la spesa dei fondi strutturali Ue.
Alla presentazione del rapporto hanno preso parte Francesco Tuccillo, presidente dell’Acen, Gennaro Vitale, presidente dell’Ance Campania, Flavio Monosilio, responsabile della Direzione Affari Economici e Centro Studi Ance, Roberta Ajello, presidente del Centro studi Acen, il vice presidente dell’Ance nazionale Rudy Girardi. Per le conclusioni e’ giunto negli uffici di piazza dei Martiri anche Fulvio Bonavitacola, assessore all’Urbanistica della Regione Campania.
Lo studio conferma quanto affermato dalla politica nei mesi scorsi: l’economia italiana sta uscendo dalla recessione. A testimoniarlo questa volta ci sono i numeri. Nei primi sei mesi dell’anno il Pil e’ cresciuto dello 0,4% su base annua. Per il 2015 l’Istat ha stimato un aumento del Prodotto Interno Lordo dello 0,7% rispetto allo scorso anno. Nel Def il Governo aveva prevista un incremento dell’0.9, mentre Confindustria addirittura di un punto percentuale. La ripresa non vede coinvolto pero’ il settore delle costruzioni.
Nel secondo trimestre di quest’anno l’Istat ha calcolato una riduzione degli investimenti in costruzioni dell’1,9 per cento. Un segnale positivo emerge, inoltre, dall’occupazione nel settore: nel secondo trimestre 2015 gli occupati nelle costruzioni crescono di 34.300 unita’ (+2,3%) rispetto al secondo trimestre 2014. Ad eccezione del dato positivo del II trimestre 2010 il numero di occupati nelle costruzioni e’ in progressiva diminuzione dall’inizio del 2009 e, complessivamente, dall’inizio della crisi al secondo trimestre 2015, il settore ha perso circa 450.000 occupati.
“Siamo fiduciosi della ripresa perche’ finalmente il governo si e’ reso conto che il nostro e’ un settore di traino – ha dichiarato il vice presidente dell’Ance nazionale Rudy Girardi – e quindi ha messo in piedi azioni importanti. Ha continuato a mantenere sgravi fiscali per ristrutturazioni edilizie. L’altro dato importante e’ l’allentamento del patto di stabilita’ interno ai comuni. Credo che ci sia la possibilita’ da parte delle amministrazioni comunali di investire in infrastrutture”.
Per comprendere appieno se si sta registrando un’inversione di tendenza sara’ necessario attendere gli indicatori dei prossimi mesi. Potra’ essere d’aiuto il lavoro di sburocratizzazione avviato dalla Regione Campania. Gennaro Vitale dichiara che “oggi la burocrazia blocca tante opere, tanti finanziamenti. Ci sono troppi passaggi e – ha dichiarato il presidente dell’Ance Campania – c’e’ la necessita’ di semplificare. Dobbiamo spendere meglio i fondi comunitari, e soprattutto spenderli. Rischiamo che alcune opere restino incompiute”.
Il settore delle costruzioni e’ stato tra quelli maggiormente colpito dalla crisi. Almeno in Campania. Secondo dati Istat, tra il 2008 ed il 2013 il numero delle imprese di costruzioni in Campania si e’ ridotto di 4.027 unita’, pari ad una flessione in termini percentuali del 10,9 per cento. Anche l’occupazione ne ha risentito, evidentemente, in maniera pesante. Il settore delle costruzioni nella Regione ha perso, dall’inizio della crisi (III trim. 2008 – II trim. 2015) 40.000 occupati (-25%), di cui 32.400 dipendenti (-27,6%) e 7.600 indipendenti (-18%). Nel corso del 2014 e nei primi tre mesi del 2015 si sono registrati segnali positivi nell’occupazione del settore (rispettivamente +10,3% e +2,8% nel confronto con gli analoghi periodi degli anni precedenti) a cui e’ seguito un calo del 2,6% nel secondo trimestre 2015.
A margine del convegno e’ intervenuto anche il vicepresidente della Regione Campania Bonavitacola, il quale ha dato il suo punto di vista sul tema della rigenerazione urbana. “Rigenerazione urbana e’ un concetto ampio. Ci sono delle aree – ha detto Fulvio Bonavitacola – che vanno restituite alla pubblica fruizione e che sono interessate da fenomeni di inquinamento che ne hanno compromesso l’utilizzo, tra queste Bagnoli. Ci sono aree in cui ha un significato diverso: miglioramento standard di vita, innalzamento capacita’ di veicolare informazioni per i cittadini attraverso nuove tecnologie, rapporto con l’ambiente, efficientamento energetico, riduzione consumi energetici, restauro facciate edifici, miglioramento decoro urbano. E’ un campo vasto”.