Aversa – Dove è finito il project financing destinato a rinnovare l’impianto elettrico del cimitero che sarebbe insufficiente a soddisfare le esigenze dell’utenza e non rispetterebbe le norme di sicurezza? Gli ex dipendenti della società che fino a due anni fa gestiva il servizio di luci votive si prodigano per riparare i guasti che si verificano alle circa 10mila lampade attive causati dalle condizioni scadenti di un impianto che necessitava di rinnovo già nel 2009, come dichiarato dagli amministratori comunali dell’epoca, ma questo non basta per garantirne la funzionalità e soprattutto la sicurezza evidenziata da armadi di trasformazione arrugginiti e fili volanti.
Il project financing che avrebbe permesso di rinnovare e mettere a norma l’impianto, a costo zero per l’amministrazione municipale in cambio della cessione della gestione alla società vincitrice di una apposita gara, non è andato in porto.
Probabilmente perché l’alto costo dell’opera, valutato nel 2009 vicino ai 3 milioni di euro, il lungo tempo necessario al rientro del capitale impegnato e gli scarsi guadagni, avrebbero scoraggiato le ditte a partecipare ad una gara che alla fine non c’è stata, cosicché nulla è stato fatto e si è andato avanti prima grazie ad una proroga della gestione affidata alla vecchia ditta, malgrado il titolare avesse espresso l’intenzione di andare in pensione già nel dicembre del 2009, poi sperando che nulla accadesse di grave affidandosi alla capacità degli ex dipendenti della ditta Rocco ai quali, con l’amministrazione Sagliocco, ha affidato la riscossione delle bollette emesse per il pagamento del consumo delle lampade votive.
Possibile che l’Ente locale si accontenti di incassare una manciata, più o meno consistente, di euro senza considerare necessario garantire la sicurezza dei cittadini messa a rischio da un impianto elettrico non a norma, quindi “fuorilegge”, che col passare degli anni si è deteriorato fisiologicamente sempre più?
Possibile che non desti alcuna preoccupazione il fatto che una linea elettrica a 380 volt quasi sfiori il tetto della chiesa madre? Se per un imprevisto incidente quei fili dovessero rompersi precipitando in basso che cosa accadrebbe? Possibile che si debba aspettare l’incidente clamoroso per spingere l’amministrazione di turno ad affrontare e risolvere il problema creato da un impianto che se fosse presente in un esercizio commerciale privato ne avrebbe imposto la chiusura? Eppure ad Aversa tutti si affannano a parlare di legalità!