Aversa – In un’intervista di fine anno, il coordinatore dei seniores di Forza Italia Aversa, Isidoro Orabona, analizza la situazione politica in città che in primavera sarà chiamata alle urne per il rinnovo del Consiglio comunale.
Si parla tanto di futuri candidati a sindaco. Può esprimere la sua opinione in merito? In effetti con ragionevole tempismo rispetto alla data presunta per le elezioni comunali la macchina per la scelta delle candidature a sindaco sembra essersi messa in moto. Così pure sembrano delinearsi all’orizzonte auto candidature di singoli aspiranti sindaci affaccendati, qualcuno in modo discreto altri in modo palese, nella creazione di liste civiche d’appoggio. Sicuramente la battaglia per il rinnovo del Consiglio comunale di Aversa stavolta vedrà schierati sul campo degli autentici ‘shogun’ (lett. comandante dell’esercito) più che dei legionari ubbidienti ad alleanze precostituite. Il che, è bene dirlo subito, renderà gioco facile al candidato che, seppur non accreditato come vincente, si presenterà all’elettorato con uno schieramento compatto e delle alleanze consolidate. A quel punto vincerebbe facile anche Pippi Calzelunghe. Se poi il tutto si verificherà con il fine di creare una maggioranza per vincere e non per governare, come quella messa in piedi dall’ex sindaco Sagliocco, allora l’illusione di riscatto della Città…beh…campa cavallo!”.
Ma Aversa può ricevere slancio da queste elezioni? “Ho la sensazione che la rinascita di Aversa, dopo la terrificante esperienza di Sagliocco, non coinciderà neppure con la prossima tornata elettorale; saranno chiamati a raccolta candidati con parentela numerosa e presentati i conti a chi ha avuto; sarà richiesta la restituzione di favori resi e si prometterà alle famiglie sistemazione ed aiuti per i propri figli; saranno elargiti buoni spesa e pagate bollette. Insomma tutto cambia, tranne le abitudini, affinché nulla possa cambiare. Ma ciò non basterà per cambiare le sorti della Città”.
In che senso e perché? “Non basta perché da noi il consenso politico si regge sul familismo, sulla schiavitù dell’altrui bisogno e pure sull’avidità; ed è dura invertire la tendenza in atto laddove non esiste opinione pubblica e quindi neppure il voto di opinione. Al persistere di tali condizioni chi vuol provarci si accomodi pure; ma alla fine, bene che vada, ci troveremo per altri cinque anni, con un sindaco ed un Consiglio comunale dove un inquilino di via Di Jasi fa a gara con quello di via Atellana a chi russa più forte”.
Sarebbe il caso quindi di rivolgersi con più forza alla cosiddetta società civile? “Lo si può fare ma non credo che sia la via giusta da seguire. Guardi, nell’ultimo ventennio il ‘nuovismo’ e la marginalizzazione del ruolo della politica hanno prodotto una distorsione grave del concetto di attività politica: riteniamo davvero che fare politica non richieda preparazione specifica, capacità di leggere il contesto, visione dì insieme, abilità strategiche e vocazione a questo tipo dì attività? Quando si cerca un lavoro è facile imbattersi in annunci allettanti che, tuttavia, puntualmente terminano con la formula magica ‘E’ richiesta esperienza nel settore’. Eppure, nonostante tutto, oggi si cerca di curare la politica ricorrendo a figure non politiche. Insomma a persone che non si rendono conto, in molti casi che, varcata la soglia delle Istituzione, il giudizio su di loro non riguarderà il curriculum ma la loro capacità politica. Come dice Lei, la chiamano società civile, quasi a voler distinguere ciò che è buono, la società civile, da ciò che non lo è: i partiti, i politici. Il dato di fatto è che quasi sempre questa società civile è composta da rappresentanti di quel mondo che con la politica ha strettissimi legami e che dalla politica riceve, senza dare, vantaggi, ruoli importanti e sostegni di ogni genere”.
Quindi? “Quindi risponda lei a queste domande e tragga le conclusioni. Ritiene che un magistrato, solo perché tale, sarà sicuramente un politico onesto? Un bravo architetto sarà sicuramente un politico preparato? Un bravo imprenditore edile saprà reggere, in modo imparziale, un assessorato tecnico, per esempio i lavori pubblici? Certo un superficiale sillogismo mediatico induce l’opinione pubblica a credere in questa miracolosa proprietà transitiva. Altro che abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, bisogna chiuderli i partiti. In questo caso la società civile vincerà facile. Ma vincerà la mano a briscola con il due bastoni”.