Movida, i residenti si rivolgono a…Dio: veglia di preghiera con il vescovo

di Antonio Arduino

Aversa – Quando l’uomo non riesce a risolvere un problema ci si rivolge a Dio. Lo sanno bene i cittadini di Aversa che ogni anno rinnovano la tradizione dei 100 ceri donati alla Vergine Maria nel giorno dell’Immacolata per ricordare l’intervento miracoloso che nel 1656 salvò la popolazione dalla peste che la stava falcidiando.

La malattia fu sconfitta dopo una serie di veglie di preghiera una delle quali tenuta proprio alla vigilia della festa dell’Immacolata Concezione e da allora l’amministrazione, comunale dona cento ceri alla Madonna l’8 dicembre.

Deve essere stata questa la motivazione che ha spinto i residenti di via Seggio e dell’intero quartiere circostante la Curia vescovile a organizzare una veglia di preghiera per proteggere la città dagli effetti devastanti della movida indiscriminata e incontrollata.

Dopo averle tentate tutte, trasmettendo denunce alla Procura, all’Amministrazione comunale passata e, di recente, al commissario Mario Rosario Ruffo i residenti della zona si riuniranno questa sera di venerdì 4 dicembre, a partire dalle ore 21 e 30, nella parrocchia di Sant’Antonio annessa al convento francescano di piazzetta Lucarelli per una veglia di preghiera che sarà officiata dal vescovo della diocesi Angelo Spinillo.

Con la preghiera sperano di allontanare l’ennesima calamità che minaccia Aversa, quella creata dalla diffusione dello spaccio e del consumo di droga e dalla violenza che si genera con regolarità impressionante tra i giovani frequentatori dei locali sorti come funghi nella zona per vivere le notti brave della movida. Inequivocabile l’obiettivo che intende raggiungere la veglia che è dedicata ai giovani della movida.

Una veglia che verrà riproposta affinché possa portare al risultato desiderato così come accaduto nel 1656 quando, grazie alle veglie di preghiera, la città fu salvata dal flagello della peste, un flagello che oggi si ripete con il nome Movida.

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Redazione
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