Puzza, il Tar decide su ordinanza Ecotransider

di Antonio Taglialatela

Gricignano – E’ in programma giovedì 3 dicembre, al Tar della Campania, l’udienza di merito sull’ordinanza con cui il sindaco Andrea Moretti, lo scorso 9 settembre ha vietato attività di stoccaggio e trattamento dei rifiuti umidi dell’azienda “Ecotransider”, ritenuta la “fonte” della puzza che da anni infesta l’area compresa tra Gricignano, Carinaro e Teverola. Ordinanza che i giudici amministrativi della quinta sezione del Tar Campania, lo scorso 24 settembre, avevano sospeso provvisoriamente, dopo il ricorso presentato dall’azienda, in attesa della discussione di merito.

Il provvedimento del primo cittadino si avvale, tra l’altro, di una relazione della Seconda Università degli Studi di Napoli dalla quale sono emerse nell’aria, attraverso rilevazioni tramite centraline di monitoraggio, sostanze aromatiche e organiche anche cancerogene. Lo studio universitario, però, lo si è appreso in questi giorni, deve essere validato dall’Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania), come comunicato anche dall’Asl di Caserta, la quale ha sottolineato come tale validazione non rientri tra le proprie competenze.

Come si evince dal dispositivo emesso dal Tar il 24 settembre l’Ecotransider comunque deve adeguarsi a diverse normative, con specifico riferimento alla problematica delle immissioni odorigine (la puzza, ndr.), l’incompletezza dell’impianto di biofiltrazione, la mancata implementazione del sistema di abbattimento ad umido con il prescritto “scrubber” a reagente acido e la mancanza di portelloni di chiusura all’area di trattamento di rifiuti umidi urbani.

I giudici amministrativi, pertanto, ordinavano ad Arpac e Regione Campania (ossia l’Ente che ha rilasciato all’azienda le autorizzazioni a smaltire i rifiuti umidi) di effettuare nella prima decade del mese di novembre, attraverso proprio personale, un sopralluogo congiunto al fine di verificare l’osservanza di tutte le prescrizioni stabilite nel verbale, facendo successivamente pervenire al tribunale le risultanze del controllo effettuato.

Sopralluogo che è stato effettuato lo scorso 9 novembre dall’Arpac. Si è accertato che la ditta ha installato l’impianto di biofiltrazione e di “scrubber”, utile ad abbattere i miasmi, “la cui verifica – faceva sapere l’azienda – deve avvenire durante le fasi di messa in esercizio per le quali occorre l’autorizzazione della Regione”. Autorizzazione concessa, il successivo 20 novembre, dal Dipartimento ambiente della Regione Campania fino all’11 gennaio 2020. Cinque anni. E qui è subito scattata la polemica poiché, sia tra l’amministrazione comunale che nei comitati spontanei di cittadini, molti ritengono inopportuno concedere all’azienda cinque anni di messa in esercizio quando invece bisognava attendere prima la verifica dell’effettivo funzionamento degli impianti.

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