Referendum comunali, il MeetUp: “Dall’Amministrazione solo chiacchiere”

di Antonio Taglialatela

Gricignano – “Solo chiacchiere e promesse”. E’ l’accusa che il MeetUp di Gricignano rivolge all’amministrazione comunale di Gricignano, rea di non aver ancora regolamentato i referendum comunali dopo la petizione consegnata circa tre anni fa. Da qui la decisione di investire della vicenda il difensore civico della Provincia di Caserta affinché diffidi la stessa amministrazione ad adottare il provvedimento, anche attraverso la nomina di un commissario ad acta.

Lo scopo è quello di ottenere l’indizione di referendum con cui i cittadini gricignanesi possano esprimersi e partecipare direttamente alle decisioni importanti per la comunità.

“Abbiamo aspettato qualche giorno prima di esprimerci perché avevamo messo alla prova, per l’ennesima volta, questa maggioranza, che da mesi, anni purtroppo, ha messo nel cassetto ben più di 100 firme di cittadini che in data 16 dicembre 2012 (tre anni quasi), hanno chiesto attraverso una petizione popolare, come prevede il nostro Statuto Comunale, di regolamentare i referendum comunali”, esordiscono dal MeetUp, ricordando che “lo Statuto obbliga il sindaco a portare la questione oggetto della petizione popolare in Consiglio, qualora venissero superate 100 sottoscrizioni”.

“Eravamo debitori – continuano – di una promessa, fatta direttamente dal vicesindaco, Andrea Aquilante; promessa che tra politico e cittadino dovrebbe essere un patto d’onore e che dovrebbe valere ben più di mille carte bollate. Non abbiamo poi nemmeno dimenticato gli impegni direttamente presi dal presidente del Consiglio comunale, Salvatore Cesaro, fatti pubblicamente sulle pagine Facebook, ma che puntualmente scompariva ad ogni appuntamento da lui stesso richiesto per approfondire l’argomento per sopraggiunti impegni sempre più importanti, o quelli del sindaco Andrea Moretti che ci aveva convocati addirittura con raccomandata scritta in data 9 febbraio 2013 in Comune per riempirci di promesse mai mantenute dinanzi a componenti sia della attuale maggioranza che della opposizione”.

“In poche parole – incalzano dal MeetUp – ci siamo dovuti scontrare nuovamente con l’amara realtà di una ‘vecchia politica locale’ che per l’ennesima volta ha dimostrato che qualsiasi argomento, portato da semplici cittadini, nei modi e nei tempi, più democraticamente riconosciuti alla loro attenzione, poco interessano, perché lontani dalle ‘loro’ esigenze e dalle ‘loro’ priorità. Quegli stessi cittadini a cui si bussa i citofoni per chiedere il voto, durante le settimane che precedono le elezioni comunali, con promesse di cambiamento dal passato che a nostro modesto parere non cambia mai e a cui vien facile illudere e riempire di bugie”.

Per questo motivo il Meetup ha deciso di rivolgersi al difensore civico della provincia di Caserta, Filippo Ferrucci, prima telefonicamente e poi tramite un’istanza scritta, per intervenire sulla questione, con la proposta di nominare un commissario ad acta per regolamentare i referendum comunali, “come ogni comunità democratica merita e come è già stato fatto in altri Comuni quando l’amministrazione eletta non si attivava in tal senso”, sottolineano gli attivisti.

“Un’estrema soluzione – proseguono – che sarebbe a nostro parere, un vergognoso smacco, un’ulteriore figuraccia, che dimostrerebbe ancor di più quanta distanza c’è tra l’attuale maggioranza e i cittadini gricignanesi, costretti a vedersi commissariare per aver ciò che gli spetta quando meriterebbe una classe politica democraticamente eletta che dovrebbe lavorare per questo”.

Il MeetUp di Gricignano sottolinea che “non mollerà un centimetro sulla questione, e chiede nuovamente all’attuale amministrazione di agire, ancor prima dell’intervento del difensore civico”. E chiede all’attuale maggioranza “di ‘sprecarsi’ per la comunità gricignanese che merita una classe dirigente attenta ai bisogni e alle esigenze dei suoi cittadini, soprattutto quando queste mirano ‘semplicemente’ alla tutela di quegli strumenti democratici di partecipazione popolare che dimostrano un desiderio forte di entrare attivamente nelle decisioni politiche del proprio paese, che probabilmente è ciò che più spaventa a chi ci amministra”.

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