Sequestrate 5 tonnellate di anguille a San Marcellino

di Redazione

San Marcellino – Oltre cinque tonnellate di prodotti ittici detenuti illegalmente, tra cui in particolare anguille, specie animale protetta dalla Convenzione di Washington, sono state sequestrate a San Marcellino, nel Casertano, dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Capitaneria di Porto di Pozzuoli nel corso di un’operazione svolta congiuntamente.

Il blitz è stato coordinato dal pool di magistrati della Procura della Repubblica di Napoli Nord che si occupa di reati contro gli animali.

Gli accertamenti hanno consentito, anche attraverso il supporto della competente Asl dei settori benessere animale, sanità animale, igiene ed ambiente, di riscontrare che le strutture fossero completamente abusive, prive di qualsivoglia certificazione e, per ciò solo, non idonee ad ospitare gli oltre cinquemila chili di prodotto ittico che, di conseguenza, è stato posto sotto sequestro.

Le anguille, infatti, erano custodite in enormi vasche in muratura e in acciaio, dotate si di impianto per l’ossigenazione ed il riciclo dell’acqua, ma carenti della necessaria documentazione urbanistica e delle autorizzazioni comunitarie relative alla idoneità della struttura, anche sotto il profilo del rispetto dei requisiti igienico sanitari indispensabili per la commercializzazione del prodotto e la destinazione al consumo umano.

Nell’edificio, per altro in parte adibito ad uso abitativo, è stato anche rinvenuta una cella frigo ed un camion  ormai in disuso, anch’esso adibito a deposito illegale e ricovero temporaneo del prodotto ittico. Tutte le strutture, gli impianti ed i mezzi riconducibili all’attività illecita, nonché l’intero prodotto ittico, sono stati posti sotto sequestro ed i tre proprietari – titolari dell’attività,  deferiti all’autorità giudiziaria.

Le cinque tonnellate di anguille, specie ittica protetta dalla Convenzione Cites, a mezzo camion autorizzato – adibito al trasporto animali vivi – sotto vincolo di sequestro sanitario sono state avviate presso il centro di stabulazione di provenienza, al fine di consentirne il mantenimento in vita in attesa delle successive determinazioni dell’autorità inquirente.

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