Aversa – Strade comunali chiuse con paletti come nel caso di via delle Viole o, ancora peggio, trasformate in viale di condominio, come nel caso di via Monsignor Antonio Cece, sotto gli occhi di tutti, nonostante i tanto decantati blitz di Guardia di finanza e Corte dei conti.
Succede ad Aversa dove le “magie” nel campo delle proprietà comunali sono all’ordine del giorno, come l’esperienza dello standard di via San Lorenzo, andato perso per usucapione, dimostra.
Il caso di via Cece, una traversa della centralissima via Michelangelo, a ridosso dell’aulario della Facoltà di Ingegneria della Sun, è eclatante, ha dell’incredibile. Una strada sottratta all’uso pubblico per interesse privato. Una strada regolarmente di proprietà comunale che invece proprio sul Comune risulta inspiegabilmente di proprietà privata.
Ma andiamo con ordine. In via Michelangelo, il Comune di Aversa, con delibera di Giunta municipale del 28 luglio 2005 n. 296, decise di intitolare l’allora libera traversa lato sud dell’arteria alla memoria del vescovo di Aversa, Antonio Cece, che ha retto la cattedra episcopale aversana dal 1964 al 1980. Un’iniziativa assunta, nella preparazione delle celebrazioni della ricorrenza del 25esimo anniversario della morte di Cece su espressa richiesta del Vicario Generale della Diocesi e del parroco della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a nome dell’apposito Comitato.
La strada intitolata a Cece viene ufficialmente aperta dopo qualche mese con l’apposizione della relativa targa viaria. Siamo andati su “Google Maps” ed abbiamo individuato un’immagine del 2010 che ritrae la targa viaria fatta apporre anni prima dall’allora dirigente agli affari generali del Comune, dottor Antonio De Chiara, in esecuzione delle disposizioni della Giunta. Nasce, dunque, nel 2005 via Cece ma subito se ne perdono le tracce. Il provvedimento evidentemente è inviso ai proprietari delle villette della cooperativa “Oasi 87” che affacciano sulla strada intitolata a Cece. Col trascorrere del tempo via Cece praticamente scompare.
Da tempo non si nota più la targa viaria, che è stata recisa, c’è ancora il foro sul marciapiede a provarne l’esistenza, mentre sono comparsi due cancelli automatici sia nella parte antistante che retrostante la via. Risultato: gli oltre 1400 metri quadrati della strada sono stati trasformati in viali del condominio dove i fortunati proprietari di villette possono anche parcheggiare tranquillamente le proprie vetture.
Sulla casa comunale effettivamente sia l’ufficio Statistica sia l’ufficio Patrimonio considerano l’area di via Cece proprietà privata. Sarebbe opportuno fare chiarezza sull’intera vicenda. Esiste un atto pubblico di cessione della strada al Comune da parte della Cooperativa “Oasi 87”? Ebbene si, la strada in questione è stata ceduta al Comune di Aversa con un atto pubblico regolarmente registrato.
L’atto fu sottoscritto dall’allora sindaco Raffaele Ferrara e dal presidente del Consiglio di amministrazione della cooperativa “Oasi 87” Vincenzo Becchimanzi il 28 dicembre del 1994. Nell’atto chiaramente si evince che Vincenzo Becchimanzi aveva stipulato una convenzione con il Comune di Aversa dove si prevedeva chein cambio della concessione edilizia per la realizzazione dei fabbricati il Comune diveniva proprietario di due aree standard da parte della cooperativa “Oasi 87”, la prima della superficie di mq. 1706 (quella interessata alla strada intitolata a monsignor Antonio Cece) ed una di mq. 4.838 alla quale si sarebbe dovuto accedere da via Cece.
La strada, se aperta, consentirebbe, agli studenti della facoltà di Ingegneria di accedere all’aulario anche da via Riverso, potendo anche fare uso del parcheggio gratuito di piazza Ciro Andreozzi. Stessa situazione per via delle Viole, al Rione Bagno, dove ci sono dei paletti che chiudono una strada importante, con pubblica illuminazione e raccolta comunale dei rifiuti, senza che nessuno si preoccupi di verificare.