Trentola Ducenta – Il sindaco (sospeso, ndr.) Michele Griffo, l’ex dipendente comunale Enzo Picone, il titolare della società proprietaria del centro commerciale “Jambo”, Alessandro Falco, e l’imprenditore Gaetano Balivo. Quattro tra i principali indagati nell’inchiesta sul “gruppo trentolese” del boss Michele Zagaria che all’alba di giovedì sono sfuggiti agli arresti compiuti dalla squadra mobile di Caserta e dal Ros dei carabinieri.
Da quel momento hanno fatto perdere le loro tracce, sono irreperibili. Considerando la “scomparsa” contemporanea dei quattro, è chiaro che qualcuno li abbia avvertiti dell’arrivo delle forze dell’ordine. E’ solo un’ipotesi, invece è un dato di fatto che il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, e il coordinatore del pool antimafia, Giuseppe Borrelli, ieri, dopo aver disdetto la conferenza stampa fissata per le 12, hanno aperto un’indagine interna per verificare l’eventuale fuga di notizie.
Un timore presente anche tra gli stessi magistrati che hanno curato l’inchiesta. “È molto strano che quattro indagati non si siano fatti trovare”, commenta il pm Catello Maresca. L’episodio rievoca un altro fatto “strano”, quello della scomparsa della pen drive dal covo di Casapesenna in cui fu catturato nel 2011 l’allora superlatitante Zagaria. In questo caso, secondo quanto finora trapelato, sarebbe stato un poliziotto a sottrarre la memoria portatile, per poi venderla per 50mila euro a un imprenditore vicino al clan. E’ in corso un’indagine per accertarlo.
Il sindaco Griffo risulta che abbia lasciato la sua casa di Trentola Ducenta già nel pomeriggio precedente all’arresto. Falco, invece, sarebbe andato via dall’abitazione di Marano (Napoli) qualche minuto prima, visto che i poliziotti, al loro arrivo, hanno trovato un pasto consumato a metà.
Chi ha avvertito i quattro indagati? Qualcuno interno alle stesse forze dell’ordine o una “talpa” insospettabile?