Bruxelles – Due persone sono finite in manette, a Bruxelles, fermate durante un’inchiesta legata agli attacchi terroristici di Parigi dello scorso 13 novembre.
La notizia è stata diffusa dalla procura federale che ha riferito che i due sospetti sono stati arrestati nella giornata di domenica nel quartiere di Dansaert, in pieno centro, e lunedì mattina compariranno davanti al giudice. Non è chiaro quale sia l’accusa.
L’inchiesta in corso punta ad identificare e fermare uno dei “coordinatori” degli attentati rivendicati dai jihadisti dell’Isis. Secondo la stampa belga e in particolare “Le Soir”, che ha avuto accesso ai verbali degli interrogatori dei due amici “autisti” che hanno riportato da Parigi a Bruxelles, il ricercato numero uno Salah Abdeslam, sconvolto e in lacrime, avrebbe chiesto ai due di non tradirlo.
Secondo quanto raccontato durante gli interrogatori da Hamza Attou, uno dei due amici che Salah ha chiamato la notte degli attentati per farsi recuperare a Parigi, Abdeslam “era come come un bambino di 12 anni che piangeva” al telefono al punto da far “pietà”. “Non mi tradire”, avrebbe poi ripetuto ossessivamente e “nel panico” sulla strada del ritorno in auto verso Bruxelles. “Piangeva e gridava raccontando quello che era successo. Ci ha detto che aveva commesso gli attentati di Parigi, che era la decima persona a compiere questi attentati”.
Intanto, prosegue la sua latitanza.