Roma – Sono finiti sul registro degli indagati della procura di Arezzo i nomi di Lorenzo Rosi, presidente di banca Etruria, e del consigliere Luciano Nataloni. I due ex vertici dell’istituto bancario sono accusati di “omissa comunicazione di conflitto di interessi”.
Secondo le indagini, ancora in corso, Rosi e Nataloni avrebbero sfruttato la propria posizione per godere di finanziamenti che altrimenti non avrebbero mai potuto ottenere, utilizzando così a fini personali il ruolo che ricoprivano all’interno della banca.
Sono in corso verifiche affidate al nucleo tributario della Guardia di Finanza per far luce sull’accaduto e soprattutto per cercare di capire perchè nè Palazzo Koch nè la Consob avvertirono i risparmiatori dei rischi legati alle obbligazioni, dati i tre controlli effettuati tra il dicembre 2012 e il febbraio 2015.
Nel dossier degli ispettori di Bankitalia emerge come pratiche di finanziamento, per 185 milioni di euro, si siano svolte in situazioni di “conflitto d’interesse” generando 18 milioni di perdite. Rosi, in più, secondo quanto emerso, avrebbe intestato a Nataloni due pratiche di finanziamento: una da 5,6 milioni di euro riguardante la società “Td Group”, finita in sofferenza, e l’altra da 3,4 milioni di euro senza però l’indicazione dell’azienda. Proprio per cercare di ripianare le perdite sarebbero state emesse le obbligazioni.
La situazione dei conti, secondo i controlli effettuati, era fortemente deteriorata almeno dal 2012 quando la banca aveva varato un aumento di capitale da 100 milioni di euro insufficiente.
Nel frattempo, oltre al coinvolgimento del padre del ministro Maria Elena Boschi, Pier Luigi Boschi, ex vicepresidente di banca Etruria, emerge anche un intreccio societario tra Rosi e il padre del premier Matteo Renzi.
Il politico toscano sostiene che, dopo il commissariamento, l’ex presidente di Etruria con la sua Nikila Invest è diventato socio della Party srl, l’azienda che fa capo a Tiziano Renzi, impegnata nella costruzione di un outlet. Un’attività alla quale si dedica anche Nataloni ed è proprio questo ad avere suscitato interesse negli investigatori. I Renzi hanno smentito, ma ieri il politico ha reso note le visure camerali confermando l’intreccio.