Bindi: “Il terrorismo non distragga dalla lotta alle mafie”

di Redazione

Napoli – “Nessuno si distragga nella lotta alla mafie, il terrorismo va combattuto con tutti gli strumenti a disposizione, naturalmente riaffermando i principi fondamentali della nostra Costituzione e del nostro ordinamento, ma nessuno si distragga dalla lotta alle mafie”.

Così a Napoli, Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia. “Le mafie sono dentro la nostra storia e ne hanno attraversato le fasi più importanti e hanno saputo approfittare di tutti gli eventi storici. Sicuramente sapranno approfittare anche di questo – ha aggiunto – Quindi lottare contro la mafia significa intercettare possibili connessioni con il terrorismo e quindi possibili strategie per contrastarle”.

“Questo movimento rischia di perdere quella forza che è fondamentale per combattere la mafia, quindi vogliamo dare un contributo per rilegittimare e anche per collocare il movimento antimafia nella lotta alla mafia di oggi, non solo quella delle stragi del ’92, perché’ le mafie sono profondamente cambiate e occorre una coscienza civile nuova nel Paese per fare una lotta vera”.

Bindi parla così della inchiesta sul movimento antimafia: “Alcuni fatti che si sono verificati rischiano di appannare un movimento al quale dobbiamo tanto anche per i risultati ottenuti – ha detto Bindi a Napoli – perché se dobbiamo ringraziare magistrati e forze dell’ordine dobbiamo anche riconoscere che il movimento civile, sociale ed economico nato dopo il ’92 è stato determinante soprattutto per dare un colpo forte a Cosa nostra e per creare una coscienza nel Paese di consapevolezza dell’esistenza della mafia e dell’esigenza di combatterla”.

“Dice Fava che l’antimafia ha fatto più danni della mafia? Questo non mi sentirei di affermarlo. Un’antimafia deviata fa danni – sottolinea – un’antimafia che è uno strumento in mano alle mafie fa più danni della mafia. Dobbiamo combattere la forza della mafia con un’antimafia forte, coerente, irreprensibile e capace di superare questo concetto di eroismo. Per combattere la mafia non bisogna essere eroi bisogna essere cittadini normali che fanno il proprio dovere e se persone come Don Diana come Falcone e Borsellino Pio La Torre sono stati ammazzati è semplicemente perché facevano i magistrati, i giornalisti, i preti e sono diventati eroi perché noi non abbiamo fatto altrettanto”.

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