Bollo e targa su biciclette? Filippi spiega: “Solo per veicoli con fini commerciali”

di Stefania Arpaia

Roma – Un emendamento presentato in commissione Lavori Pubblici del Senato dal capogruppo Dem Marco Filippi alla Riforma sul Codice della Strada su biciclette e motoslitte, lo scorso 25 novembre, ha scatenato moltissime polemiche soprattutto sui social.

La proposta prevede l’introduzione del bollo e della targa anche per le biciclette. L’emendamento introduce di fatto nella riforma, il ddl n.1638, tra i principi e i criteri direttivi (art.2), quello della definizione nella “classificazione dei veicoli, senza oneri a carico dello Stato e attraverso un’idonea tariffa per i proprietari: 1) delle motoslitte, disciplinandone le caratteristiche costruttive e funzionali, nonché la circolazione con un apposito contrassegno identificativo, documenti di circolazione e di guida e l’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi; 2) delle biciclette e dei veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone, individuando criteri e modalità d’identificazione delle biciclette stesse nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale”.

“Riconosco che il testo della proposta di modifica sia stato scritto male – ha dichiarato  Filippi sottolineando come molti si sono fermati sulla scritta “idonea tariffa” – ma in realtà non si vogliono prevedere tasse o altro di simile per le biciclette”.

“Si vuole solo dare la possibilità ai ciclisti di iscrivere in un registro nazionale le bici per evitare che vengano rubate continuamente. Tutto qui. A breve arriverà una nuova formulazione del testo per rendere l’obiettivo più chiaro”, ha spiegato.

“Leggo su twitter – spiega il senatore – ricostruzioni a dir poco fantasiose in merito al mio emendamento alla Riforma del codice della strada. Come già fatto in questi giorni su Twitter ribadisco che non propongo di introdurre alcuna targa per le biciclette, si tratterebbe semplicemente di assegnare un numero al telaio, la cui marchiatura è un servizio che molti comuni offrono gratuitamente ai cittadini per combattere i furti e cercare di contrastare il mercato parallelo della ricettazione delle biciclette”.

“Per quanto riguarda la tariffa – ha aggiunto – essa sarebbe riservata esclusivamente a chi utilizza cicli per fini commerciali come il trasporto di persone. Si pensi ad esempio ai risciò, che alcuni prefetti stanno dichiarando illegali perchè non sono normati. Questo sarebbe un modo per regolamentarli con costi irrisori”.

“Rimango comunque disponibile a definire meglio la questione in commissione, qualora il testo così com’è risulti fraintendibile, poi sarà il Governo a valutare la praticabilità delle proposte. L’utilizzo delle bici verrà da me sempre incentivato e mai ostacolato, anche in ottica di salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

“Voglio solo ricordare – ha concluso – che in qualità di Assessore al comune di Livorno avevo in dotazione la bici blu e non l’auto”.

Il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli attacca: “Pd vuole imposta su #bicilette: è il picco surreale della vocazione di sinistra a tassare la qualunque. A questo punto manca solo l’aria. Passano gli anni, si rottamano i segretari, ma la sinistra non cambia. E’ sempre quella dell’abnorme pressione fiscale e del rifiuto sistematico a tagliare la spesa pubblica per mantenere strapuntini e prebende. Il risultato lo pagano i contribuenti, con una valanga di tasse, le più improbabili”.

Intanto però sul web i cittadini criticano la proposta e postano fotografie di biciclette con la scritta “Se ci fate pagare anche le bici, non pedaleremo più”. Diffuso su Twitter l’hashtag  #LaBiciNonSiTocca.

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