Roma – Il ministro della giustizia, Andrea Orlando, è stato minacciato di morte. Il politico ha ricevuto una lettera scritta in arabo, affiancata a due proiettili. In basso la firma dell’Isis.
“Arriveremo a Roma e ti taglieremo la testa”, recita la missiva. Presenti anche varie invocazioni ad Allah. All’interno della busta due proiettili di fucile mitragliatore AK47 Kalashnikov.
Immediata l’allerta degli uffici di Orlando alla Procura della Repubblica di Roma che ha aperto un’inchiesta per cercare di risalire ai mittenti. Secondo quanto riferito da fonti locali, l’indirizzo sarebbe stato scritto sulla busta con un normografo e la lettera sarebbe giunta a Fiumicino. Da lì poi sarebbe stata trasportata a via Arenula, la sede del ministero.
In corso analisi sia sulla lettera che sul suo contenuto. La missiva si chiude con le parole “Allah akbar”.
Il ministro non ha commentato l’episodio ma sono tanti i messaggi di solidarietà provenienti dai suoi colleghi. “Non saranno le minacce inquietanti nei confronti del ministro Orlando a condizionare il nostro lavoro di tutti i giorni per dare ai cittadini maggiore sicurezza e serenità nella vita quotidiana. Siamo fortemente impegnati, e lo saremo sempre di più, nel contrastare il terrorismo e la criminalità. Al ministro Orlando, nell’esprimere la solidarietà mia personale e di tutti i deputati del Pd, l’invito a proseguire nella sua efficace azione di governo”, ha scritto in una nota Ettore Rosato, capogruppo democratico alla Camera.
Michele Bordo, presidente della commissione per le politiche Ue: “Solidarietà al ministro della Giustizia Andrea Orlando per le minacce subìte. Si faccia subito chiarezza sugli artefici di questo gesto intimidatorio”.
“Solidarietà al bravo ministro Andrea Orlando. Prima di esprimere valutazioni sul significato di questo inquietante gesto, ed alimentare un clima di tensione, aspettiamo che gli inquirenti facciano chiarezza”, ha dichiarato il presidente del gruppo misto alla Camera Pino Pisicchi.