Trentotto fermi nei confronti di capi e gregari dei clan di Palermo Porta Nuova e Bagheria. Le accuse sono associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, illecita concorrenza con minaccia o violenza, detenzione illegale di armi e turbativa d’asta. Maxi operazione dei carabinieri comando provinciale.
L’inchiesta – ad opera della Dda – ha evidenziato il ruolo della moglie di un boss, Teresa Marino (38 anni), che gestiva gli affari su ordine del marito detenuto. La donna avrebbe gestito la cassa e manteneva le famiglie dei carcerati. Controllava ogni attività criminale dell’associazione mafiosa secondo le direttive impartite dal marito detenuto (“un autorevole boss”, spiegano i carabinieri), condizionando costantemente le attività illecite anche degli altri affiliati e capi famiglia, in particolare nel settore del traffico degli stupefacenti.
I provvedimenti dei carabinieri sono scattati all’alba di oggi, uno di loro però è riuscito a fuggire prima dell’arrivo dei militari.
L’operazione è stata chiamata Panta rei (tutto scorre). Dal quadro che emerge spiccano anche alcune frasi intercettate alla donna. La moglie del capomafia a un certo si lascia scappare: “… Questa mattina ho visto il conto? Cioè mi sono rimasti quindicimila euro?”. Immedesimandosi nella condizione delle mogli dei detenuti, la consorte del boss rivolgeva particolare attenzione al sostentamento delle loro famiglie. “Appena le porta…io glieli faccio avere? Dille cosi'”, assicurava e a un mafioso libero. Consapevole di quanto la cosa stesse a cuore, aggiungeva che sarebbe stato disposto a farlo anche di tasca propria (“Glieli stavo dando io? Di tasca mia”).