Pizzo al rigassificatore: 13 arresti ad Agrigento

di Redazione

Agrigento – Operazione antimafia della Polizia di Stato di Palermo che ha tratto in arresto 13 persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, illegale detenzione di armi, detenzione di sostanze stupefacenti.

Gli investigatori hanno verificato come non si sia mai interrotto lo storico sodalizio tra “Cosa Nostra” palermitana ed agrigentina, così come dimostrato dai documentati summit svoltisi nelle campagne agrigentine tra ruderi ed appezzamenti di terreno.

Le indagini, che hanno interessato il capoluogo agrigentino e la zona occidentale di Agrigento, hanno permesso di ricostruire la pianta organica dell’associazione mafiosa “Cosa Nostra” in quel territorio ed, in particolare, di raccogliere numerosi elementi indiziari a carico dei capi famiglia delle cosche Agrigento e di Porto Empedocle.

Gli stessi agivano con metodi mafiosi ed estorsivi per condizionare alcune attività, tra cui, la ristrutturazione del rigassificatore di Porto Empedocle e perfino i trasporti con l’isola di Lampedusa. Il racket non avrebbe risparmiato neppure le attività di ristrutturazione di alloggi popolari.

Dalle risultanze investigative, oltre alla supremazia dei due “capifamiglia”, sono emersi i ruoli di spicco di numerosi soggetti, effettivi all’associazione, con compiti di fiducia tra i quali quello di organizzare incontri con esponenti mafiosi di altre famiglie locali. Gli stessi si sono resi autori anche di più azioni intimidatorie, finalizzate ad estorcere il pizzo a numerose imprese locali attive nel settore del calcestruzzo.

Sono sei le persone finite in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia “Icaro” condotta dalla polizia: Antonino Iacono, 61 anni, indicato come il capo della “famiglia” di Agrigento; Francesco Messina, 58 anni, ritenuto il capo della “famiglia” di Porto Empedocle; Francesco Capizzi, inteso “il milanese”, 50 anni; Francesco Tarantino, inteso “Paolo”, 29 anni; Gioacchino Cimino, 61 anni, e Giuseppe Picillo, 53 anni, di Favara.

Il gip del tribunale di Palermo ha disposto invece gli arresti domiciliari per Pietro Campo, 63 anni, di Santa Margherita Belice (Ag); Giacomo La Sala, 47 anni, anche lui di Santa Margherita Belice e per Emanuele Riggio, 45 anni, di Monreale (Pa). Obbligo di presentazione alla Pg, invece, per Vito Campisi, 45 anni, e Antonino Grimaldi, 49 anni, entrambi di Cattolica Eraclea (Ag); Santo Interrante, 34 anni, e Gaspare Nilo Secolonovo, 47 anni, di Santa Margherita Belice.

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