Il Giubileo dei Giornalisti a Napoli

di Redazione

Napoli – Al Duomo di Napoli è stato celebrato il Giubileo dei Giornalisti, nella ricorrenza liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, vescovo riformatore, convinto assertore dell’umanesimo devoto, innamorato di Cristo, fautore dell’unità della Chiesa, attento alla sensibilità femminile, scrittore e divulgatore.

L’ incontro nell’Auditorium della Curia, a largo Donnaregina. Dopo gli indirizzi di saluto del presidente della Stampa cattolica, Giuseppe Blasi, e del presidente dell’Ordine della Campania, Ottavio Lucarelli, c’è stata la relazione del professore Giuseppe Acocella su “Etica e deontologia dell’informazione”.

Poi il pellegrinaggio dei partecipanti verso la Cattedrale con accoglienza sul sagrato del parroco, monsignor Enzo Papa, e di don Tonino Palmese, assistente spirituale Ucsi. Quindi il passaggio sotto la Porta Santa, come il passaggio della “buona notizia”. Alle 11,30 la celebrazione eucaristica in Cattedrale, presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo Metropolita di Napoli.

Papa Francesco, nell’Anno della Misericordia, invita a fissare “l’attenzione sul potere che le parole e i gesti possiedono per aiutare a superare incomprensioni, a guarire le memorie, a costruire la pace e l’armonia, a rafforzare la fiducia nell’altro e nelle istituzioni. Anche questo è un criterio importante per valutare l’impegno di un comunicatore”.

Il Giubileo dei giornalisti è rivolto a quanti operano nell’importante settore della comunicazione e alle loro famiglie, occasione propizia per tutti gli operatori della comunicazione per fare una sosta e riscoprire la dimensione profondamente umana che sta al cuore della professione, al servizio del bene morale e spirituale degli individui e della comunità umana. Chi lavora ogni giorno con le parole e con le immagini, conosce bene la loro forza; sa come usarle, con la consapevolezza dei rischi di un lavoro sempre più costretto a misurasi con la tecnologia, l’audience, i “contatti”, i numeri. Nel mondo del giornalismo questo è un tempo di profondi cambiamenti.

La proliferazione di nuove tecnologie tocca ormai ogni ambito e coinvolge in misura più o meno grande ogni essere umano. La globalizzazione ha aumentato le capacità dei mezzi di comunicazione sociale, ma ha anche accresciuto la loro esposizione alle pressioni ideologiche e commerciali. Un momento di festa, quindi, ma anche di riflessione in un momento di profonda difficoltà del sistema che interessa anche il settore dell’informazione. Oggi i media più moderni, che soprattutto per i più giovani sono irrinunciabili, possono sia ostacolare sia aiutare la comunicazione in famiglia e tra famiglie; la sfida consiste nel reimparare a raccontare, non semplicemente a produrre e consumare informazione.

“Il nostro Papa pare essere nato comunicatore. – ha detto il cardinale Sepe – La comunicazione è una realtà fondante; non esiste uomo non soggetto a comunicazione, sarebbe uno svitato. La comunicazione trova nella famiglia un grembo dove si impara la responsabilità e si trasmette la fede. Papa Francesco ha imparato a comunicare da Dio. La Chiesa senza comunicazione sarebbe un’isola arida. Cristo ci ha insegnato a comunicare la verità. Il compito del giornalista, dunque, è talmente alto da essere considerato un compito sacro”.

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