Frignano – “Non resta niente”. E’ amaro il commento dell’anziano che passeggia in piazza e che, mentre risponde con le mani dietro la schiena, scuote malinconicamente il capo alla domanda: cosa ne sarà del paese che si avvia alle prossime amministrative? Non c’è rassegnazione ma rabbia, invece, nelle parole della mamma che incontriamo in via IV novembre, mentre riaccompagna il figlio a casa da scuola, dopo le 18, quando ormai il sole è già calato, come le palpebre del ragazzino stanco in grembiule. “Ci hanno presi per imbecilli, questa è la verità!”.
La signora (arrabbiatissima) si affretta a stoppare ogni domanda su Frignano. “Prima hanno lasciato andar via l’Asl, e noi per fare i vaccini ai bambini siamo costretti ad andare fuori Frignano, e adesso ci hanno messo tutte in condizioni di portare i ragazzini a studiare in scuole fuori paese. Faremo come tutti loro perché, lo scriva, questi che comandano in Comune hanno fatto studiare i figli fuori Frignano. Nessuno dei loro figli, combinazione, va a scuola a Frignano”.
La signora vive un disagio che, in questi mesi, l’accomuna a molti genitori di Frignano. L’istituto comprensivo di piazza Mazzini è oggetto di un intervento finanziato dalla Regione che sembra essere partito male e destinato a finir peggio visto che dei lavori non si conoscono né i tempi di consegna né i costi finali. La questione è nota anche perché nelle ultime settimane vi è stato un botta e risposta fra l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Gabriele Piatto e il principale antagonista e pretendente alla poltrona di sindaco alle prossime amministrative, l’ex sindaco Lucio Santarpia.
Un duello a distanza, senza esclusione di colpi, che il primo cittadino in carica, alla fine, ha cercato di schivare addossando colpe e responsabilità nella realizzazione dell’opera alla società esecutrice dei lavori. Il tutto pubblicamente, attraverso l’affissione di un manifesto alla cui base il primo cittadino ha precisato sommariamente: “…i lavori termineranno in tempi brevissimi … comunque il comune hai mezzi per far fronte alle spese … state certi che il vostro sindaco combatterà con tutte le sue forze per la conclusione di questa opera…”.
La ditta esecutrice non si è ancora difesa, questo va detto, ma in paese i cittadini (ormai è chiaro) hanno perduto fiducia in un amministrazione nata fra mille speranze, campata senza mordente per più di due anni, salvata in extremis dall’innesto dai vecchi compagni d’avventure eletti all’opposizione e, in fin di vita, divenuta (secondo molti) scellerata. Moltissimi i genitori che hanno iscritto i figli ad istituti situati in comuni limitrofi come Casaluce, Aversa, Trentola Ducenta, eccetera, per l’anno scolastico venturo. Come a dire che ormai si teme il peggio e che non credono che la questione si risolverà in tempi brevi.
“Lei non ha capito”, aggiunge un uomo distinto, mano nella mano con un altro piccolo studente, arrivato a dar manforte all’energica signora ed anche un po’ per sincerarsi che la stessa non andasse troppo in escandescenza. “Per i vari Piatto, Magliulo, Natale, Mastroianni, Seguino e non so chi altro, tanto sono tutti davvero uguali, non c’è problema se le scuole qui a Frignano vengono giù tutte. Loro i figli non li hanno mica a studiare qui. Alcuni di questi qui non ci abitano neppure con le famiglie a Frignano. Infondo loro i figli li possono far studiare altrove. Tanto se lo possono permettere. E mi creda, – aggiunge mentre va via, rassicuratosi dell’inutilità dell’intervista – a questi del Comune, senza distinzione, non importa nulla dell’educazione né dello sport e della formazione umana dei ragazzi. Questi pensano solo ad asfaltare”.
Frignano fra meno di tre mesi vivrà la propria campagna elettorale che, per il momento, non ha mostrato di volersi avviare con discussioni e confronti sui tanti temi che sul tavolo giacciono. Sembra quasi che candidarsi a risolvere i problemi lasciati da questa amministrazione non alletti nessuno, tanti e tali sono le problematiche irrisolte e create che saranno trasmesse in eredità: scuola incompiuta e che rischia di tramutarsi in una metastasi, strutture sportive al collasso e affidate in gestione ai privati, servizi sanitari ormai migrati per sempre, copiose osservazioni al famigerato Puc, servizi cimiteriali divenuti esosi, per via della privatizzazione, e che nei prossimi anni non mancheranno di creare inevitabili polemiche. Non si conoscono ancora i candidati, ad eccezione di Piatto (ricandidato a forza dai suoi) e di Santarpia (ex primo cittadino) e nemmeno le proposte, ma di certo si sanno i problemi da affrontare. Un torpore generale sembra avvolgere un quadro già fosco e a tratti disarmante.
“L’ultima speranza siamo noi”. Ci ripete un ragazzo baldanzoso che incontriamo al bar per l’ultimo caffè fumante, prima di ripartire. “Solo noi cinquestelle possiamo fare qualcosa in questa situazione allo sbando”, dice. Ma quando gli si chiede la posizione del movimento a riguardo delle problematiche sopra brevemente descritte, risponde evasivo: “Della scuola, come dice lei, non ne so nulla, ma noi ci interessiamo dei temi della politica nazionale”.
Tre mesi soltanto per cambiare registro o per continuare su questa strada, nella speranza che un paese addormentato e trovato in stato comatoso non venga portato ad esalare davvero l’ultimo respiro.