A Carinaro in questi giorni si fa un gran parlare della costruzione di un’isola ecologica in area cimiteriale, opera assente persino dal programma elettorale della lista che vinse le elezioni nel maggio 2014 (programma – ricorderete – scopiazzato da un Comune del Nord/Italia).
Poiché l’Amministrazione non ha chiesto alcun contributo a fondo perduto allo Stato o all’Europa, questa opera costerà ai cittadini 150mila euro (300 milioni delle vecchie lire), cui si sommeranno i costi che ogni anno si dovranno sostenere per la gestione del sito, e che non saranno mai pochi.
Il “Comitato Terra dei Fuochi” di Carinaro, con tempestività e con argomentazioni intelligenti, ha recentemente criticato la localizzazione a ridosso del Cimitero comunale a causa dell’impatto ambientale che essa avrà sui cittadini di quel Rione, già costretti a subire pesanti difficoltà legate alla presenza del cimitero e di alcune antenne della telefonia mobile. Lo stesso Comitato, infine, ha posto in evidenza la illegittimità urbanistica dell’opera perché in contrasto con il Piano Regolatore.
A fronte della ferma volontà dell’Amministrazione di avviare questa opera e della incredibile velocità impressa all’iter procedurale della pratica, sento il dovere di fare qualche riflessione sulla sua attuale indispensabilità e sui vantaggi (se ce ne sono) per i cittadini.
Non faccio fatica a dire subito che, dati i costi per realizzarla e di quelli necessari per gestirla, l’isola ecologica a Carinaro non è urgente ed è opera non di prima necessità, anche in considerazione del sistema di raccolta dei rifiuti da anni praticato nel nostro paese e degli ottimi risultati sempre raggiunti dalla raccolta differenziata.
Qualche amministratore di maggioranza pronostica abbassamenti di 3-4 punti della tassa sui rifiuti in relazione alla entrata in funzione dell’isola ecologica. La previsione appare piuttosto fantasiosa e non supportata dal alcun dato tecnico. Non è dato sapere da dove si ricavano queste certezze, anche perché l’Amministrazione non si è degnata di dotarsi neppure di un masterplan con il quale, sulla base della quantità e della qualità dei rifiuti attualmente prodotti e di quelli ipotizzabili in futuro da avviare sulla costruenda isola ecologica, poter attrezzare una strategia gestionale capace di ottimizzare i benefici ottenibili e di minimizzare tutti i costi impiegati!
E’ utile ricordare a qualcuno, perché pur avendo fatto parte delle passate amministrazioni, probabilmente lo ignora, che da svariati anni a Carinaro si fa la raccolta differenziata con il sistema del porta a porta, che prevede settimanalmente anche il ritiro della plastica, vetro, carta, cartoni e, su richiesta, i rifiuti ingombranti ed altri rifiuti particolari.
Dalla raccolta di gran parte di questo materiale il Comune riesce da tempo ad ottenere sensibili ristori finanziari che vengono spalmati già sull’abbassamento della tassa. Questo tipo di organizzazione del servizio ha consentito a Carinaro di essere il paese più pulito della zona aversana, di conseguire ottimi risultati sul versante della raccolta differenziata ed infine al Comune di poter imporre ai suoi cittadini una tassa sui rifiuti la più bassa rispetto a quella praticata dagli altri paesi.
Immaginare ulteriori vantaggi dalla messa in funzione dell’isola ecologica appare una chimera perché non solo essa comporterà costi aggiuntivi che, comunque, incideranno sul costo del servizio e quindi sulla tassa, ma anche perché i cittadini, quasi tutti sprovvisti di piccoli camion e furgoni necessari a trasportare rifiuti ingombranti all’Isola ecologica, non ce li porteranno o comunque non saranno invogliati a portarceli.
Per implementare il valore della raccolta differenziata, a mio avviso, occorre intensificare senza sosta la campagna informativa sulla raccolta differenziata, potenziare i controlli sul territorio contro gli sversamenti abusivi nelle zone periferiche (che avvengono quasi sempre ad opera di forestieri) e potenziare la raccolta porta a porta.
Mi piace chiudere con una proposta: la legge regionale numero 5/2014 sul ciclo dei rifiuti, in questi giorni all’attenzione del Consiglio regionale per una sua modifica ed integrazione, ha previsto per la gestione delle acque e dei rifiuti della Provincia di Caserta, l’Ambito Territoriale Ottimale (l’Ato/5), che nel 2016 deve assolutamente decollare. E` prevista la nascita dei sub-ambiti per cui appare inevitabile che, per la gestione dei rifiuti, Carinaro finirà con l’associarsi con Teverola e Gricignano. In questa ottica appare opportuno pensare alla creazione di una isola ecologica in forma associata con i predetti comuni, perché oltre tutto consentirebbe notevoli risparmi per tutti i comuni associati.
E poiché i tre comuni sono tutti in zona Asi, si potrebbe fittare o acquistare uno dei tanti capannoni dismessi all’interno degli agglomerati dell’Unica o di Impreco nel quale fare l’isola ecologica consortile. Questo tipo di scelta ci farebbe risparmiare e ci permetterebbe di avere una infrastruttura chiusa e vigilata, evitando il rischio che essa possa diventare una discarica pubblica, come inevitabilmente l’isola ecologica costruita in area cimiteriale finirebbe col trasformarsi.
E il finanziamento di 150mila euro potrebbe essere indirizzato ad altra e più urgente finalità pubblica (e ce ne sono tante!). Ma se a queste cose non ci pensa il plenipotenziario Ferriello, perché non ci pensa qualche amministratore?
O, l’isola ecologica che si vuole costruire in area cimiteriale, è soltanto un ‘affaire’ per qualcuno?
Mario Masi