San Marcellino – È domenica mattina, la sede del movimento politico sammarcellinese “Si può fare – La San Marcellino di tutti” è aperta: all’interno gli aderenti al progetto, i sostenitori, i simpatizzanti e anche qualche curioso.
In vista delle elezioni comunali, che si svolgeranno nei prossimi mesi, il candidato sindaco Francesco Dongiacomo e il suo team ci accolgono per fare due chiacchiere sul loro programma e sulle iniziative che mirano a svolgere e a portare al termine.
Dongiacomo ci tiene a chiarire che il programma (leggi qui) è un “atto” partecipato ovvero nato dalle idee di numerosi cittadini. I punti fondamentali riguardano: l’ambiente con il problema del dissesto stradale e della raccolta differenziata; la gestione dei beni comunali; i giovani e l’assenza di uno spazio pubblico di informazione oltre che il problema della non funzionalità della biblioteca comunale; la sanità; l’aiuto ai disagiati e la novità dell’istituto del “Baratto amministrativo” grazie al quale un cittadino sarà esonerato parzialmente o totalmente dal pagamento delle tasse comunali in cambio di un servizio socialmente utile.
Quando, entrando più nel dettaglio tecnico, chiediamo come agiranno nei confronti di quelle normative di finanza pubblica, come il Patto di stabilità, che tanto hanno mutato la gestione dei comuni, sono pronti a rispondere. “Riguardo il patto di stabilità interno – comincia il commercialista Luigi Graziano – ci sono dei vincoli ossia dei parametri che i comuni devono rispettare. Nel momento in cui questi parametri non vengono rispettati, a livello nazionale vengono emesse delle sanzioni ai comuni. A tal proposito, il comune di San Marcellino vive già un problema di dissesto finanziario, il commissario liquidatore ha infatti accertato un debito di circa 30/40 milioni di euro. Solo dopo aver equilibrato il rapporto entrate – uscite potremmo realizzare efficientemente i punti del nostro programma. Come possiamo riassestare la situazione? Innanzitutto, dobbiamo chiarire che le entrate comunali sono rappresentate dalle tasse e dalla liquidazione di beni. Il comune di San Marcellino non ha beni da liquidare se non i ricavi dovuti ad una corretta gestione, ad esempio, delle ville comunali e della zona Pip. Si deve cercare di capire quanto può essere massimizzato l’introito che si ottiene dalla gestione di questi beni. Aumentando le entrate si possono quindi andare a finanziare le uscite”.
Collegandoci a questo, gli chiediamo una chiarificazione sul loro motto: “Pagare tutti per pagare meno”. A rispondere è sempre Graziano: “Noi paghiamo delle tasse, la principale di oggi è la Iuc (imposta unica comunale) che in realtà viene suddivisa in Imu, Tasi e Tari. Cosa significa ‘Pagare tutti per pagare meno’? Be’semplicemente che a pagare non siano sempre i soliti volti noti. Il principio che dovrebbe essere condiviso da tutti i cittadini/contribuenti per il bene comune è quello della universalità o, per meglio dire, generalità del tributo. Se tutti i cittadini pagassero la Tari, tutto il gettito di questo verrebbe utilizzato per la raccolta differenziata, ma dal momento in cui solo il 30 % – 40% di essi pagano la Tari ovviamente il servizio non viene erogato in modo efficiente. La tassa non è l’imposta, si paga una tassa per usufruire di un servizio, se tu non mi offri il servizio la tassa diventa un’imposta, con questo motto noi vogliamo raggiungere la San Marcellino perbene. Se pagano tutti si può davvero ricostruire questo paese. Ci rivolgiamo a voi cittadini onesti, a voi che non vendete il futuro dei vostri figli per una cena o una 50 euro, a voi noi chiediamo fiducia per cercare di sistemare i danni fatti in passato”.
“Tra i danni – prosegue pensieroso – io annovero per primo il problema del dissesto stradale. Mi sono accorto che andando dal Corso verso Via De Paola, c’è a terra una buca coperta con degli indumenti (guarda la foto) per rendere più ‘agevole’ il passaggio, è una situazione assurda. Se tutti pagassero le tasse, non solo queste si ridurrebbero, ma il gettito prodotto ad esempio dalla Tasi sarebbe totalmente utilizzato per le strade e la manutenzione pubblica. Noi andiamo verso questa direzione”.
Passando dal “tecnico” al “sentimentale”, chiediamo chiaramente cosa li ha indotti a scendere in campo. A rispondere è l’avvocato Carlo Carbone: “In linea di massima – sostiene – questo è un momento storico – politico non bello, ma oserei dire addirittura osceno. Rispetto agli altri comuni limitrofi, siamo scesi in basso, pur avendo una posizione geografica favorevole in quanto centrale, da qui l’idea di scendere in campo con soggetti giovani e affascinati dalla parola politica. Tre sono gli obiettivi essenziali: innanzitutto offrire un punto di riferimento formativo e informativo sostenibile utile a chiunque intenda approfondire i temi più cari a noi, ossia la libertà della persona, della difesa della natura, della famiglia, del primato della società e dello stato di fronte agli attacchi sempre più pesanti e distruttivi che questi principi fondamentali nella nostra civiltà affrontano; sostenere l’azione di chi fra noi è impegnato in ambito sociale, pubblico e politico, nel portare avanti questi ideali attraverso l’elaborazione sistematica di progetti, giudizi e posizioni da proporre all’interno delle istituzioni e, attraverso organi di informazione, rimettere in atto la biblioteca e l’informa – giovani. Avanziamo un rilancio del progetto politico, ognuno di noi ha dei figli che stanno crescendo adesso e qui: vogliamo ridare il nostro paese ai nostri figli. Noi siamo un gruppo di giovani professionisti, dalla professionalità si riesce ad attingere ciò che realmente serve per gestire un ente così complesso”.
“Ecco, sostenendo il collega, – continua l’avvocato Generoso Tessitore – noi non siamo professionisti della politica, ma negli ultimi dieci anni ci siamo accorti come San Marcellino non sia stato per niente un comune vivibile: strade con fossi, pubblica illuminazione che latita, servizi che non vengono resi in considerazione di tasse esose, un totale disastro. Per questo, noi abbiamo deciso di scendere in campo: vogliamo sistemare la casse comunali, aiutare il futuro dei nostri figli e tra dieci anni, se i cittadini lo vorranno, ognuno di noi lascerà la politica e tornerà a fare semplicemente il proprio lavoro”.
Non manca l’intervento di un’altra figura importante del team, l’avvocato Iolanda Pagano: “Il nostro motto è ‘Si può fare’, certo, ma si può fare veramente solo con la collaborazione di tutti. A volte sento i cittadini lamentarsi sulla politica, dire che ‘I politici sono tutti uguali’. Io non credo sia così, anzi credo che questo paese possa cambiare. Se andiamo avanti è proprio per i nostri figli, combattere per noi e per loro. Dal comune si parte, ma c’è un lavoro da fare tutti insieme”.
Passando poi a una curiosità che aveva interessato molti cittadini, chiediamo com’è finito il “caso albero di Natale” (N.d.a. Il comitato, durante il mese di dicembre, aveva proposto alla commissione straordinaria che gestisce il comune di poter donare due abeti alla cittadinanza, uno in piazza e l’altro sul corso, per addobbare il paese in vista delle festività).
A rispondere è direttamente il candidato sindaco Dongiacomo: “Abbiamo trovato per questa iniziativa tanta indifferenza da parte della gestione commissariale. In maniera verbale ci dissero che non si poteva perché si pensava a risvolti di ‘pubblicità elettorale’. Ci garantirono perfino una risposta scritta che non è mai arrivata”.
“Questa iniziativa – continua Carbone – parte non perché siamo un comitato politico, ma dalla nostra posizione di semplici cittadini, in quanto abbiamo notato che da anni la cittadinanza non sente l’atmosfera gioiosa delle feste, a parte il caso della festa patronale, tanto è vero che lo stesso parroco si è fatto carico lui di addobbare con delle stelle la facciata della chiesa e, quindi, la piazza. Il sacerdote, durante l’omelia del giorno di Natale ha infatti ‘rimproverato’ i cittadini invitandoli ad organizzare qualcosa per il prossimo anno”.
“A tal proposito, – conclude l’avvocato Tessitore – vogliamo ringraziare Don Salvatore, l’unico che sta sopperendo a quelle che sono le lacune comunali. In occasione della festa dei defunti, infatti, fu proprio lui a prendere l’iniziativa di deporre una corona d’alloro al monumento che sta in piazza, cosa che sarebbe spettato per legge agli uffici comunali”.