Pordenone – Proseguono le indagini della polizia sul tentativo di suicidio della 12enne di Pordenone legato a presunti episodi di bullismo di cui sarebbe stata vittima a scuola. Indagini che potrebbero coinvolgere anche i genitori dei compagni di classe della ragazzina.
Dall’inchiesta, coordinata dalla Procura per i minori di Trieste, ancora nella fase preliminare, emerge che le utenze telefoniche utilizzate da alcuni ragazzini che avrebbero scritto frasi moleste contro la 12enne sono intestate ai loro genitori, i quali, pertanto, non avrebbero esercitato il necessario controllo sugli strumenti di comunicazione messi a disposizione dei loro figli.
Prima di lanciarsi nel vuoto dalla finestra di casa, la 12enne ha lasciato due lettere sulla scrivania, che riportano non la data del gesto ma quella di giovedì 14 gennaio: una ai genitori, scusandosi per il gesto; l’altra ai compagni di classe, con una frase emblematica e accusatoria: “Adesso sarete contenti”. “Oggi dovevo tornare a scuola dopo la malattia, ma io non ce la facevo a rientrare in quella classe. Avevo paura di urlare al mondo i miei timori e così ho deciso di farla finita” ha poi raccontato lucidamente alla prima persona che l’ha soccorsa, un vicino di casa.
La 12enne è finita prima sulla tapparella del piano sottostante, che ne ha frenato la caduta, poi a terra. Rimasta sempre cosciente, è stata ricoverata con prognosi riservata nel reparto di Terapia Intensiva di Pordenone, dove i sanitari le hanno diagnosticato numerose fratture.
“Siamo una famiglia distrutta e ferita da quanto accaduto. – ha detto il padre della ragazzina – Nostra figlia ha bisogno di serenità e non possiamo permetterci un assalto mediatico. Ha dodici anni e deve stare lontano dai riflettori”. Intanto, il padre ha rassicurato sulle condizioni di salute della ragazza: “Sta meglio e ci rende felici col proprio ritrovato sorriso. È sempre stata una bimba serena e lo possono testimoniare tutti, dagli amici ai vicini di casa. I medici stanno valutando il decorso dei vari traumi e decideranno se nei prossimi giorni dovrà essere operata per ricomporre la frattura dei talloni che ha rimediato nella caduta”.
Nessun messaggio nei confronti dei presunti bulli e delle famiglie degli altri compagni di classe: “Ripeto – ha concluso il padre della ragazzina – sul piano legale se ne occupa l’avvocato, ma è chiaro che chiediamo giustizia e trasparenza”.
“Sembrerà incredibile, – ha poi commentato l’uomo – ma i genitori sono sempre gli ultimi a sapere. Sebbene ci sia un rapporto continuo e confidenze giornaliere, esisteva un malessere che ci sfuggiva e che abbiamo appreso solo nella tragica mattina di ieri, che non potrò mai più scordare in vita mia”.