Napoli – Il rapporto 2015 “Amministratori sotto tiro”, presentato a Napoli il novembre scorso da Avviso Pubblico, associazione che dal 1996 ad oggi ha messo in rete più di trecento enti locali impegnati in progetti di formazione civile contro le mafie, non sembra dare spazio a dubbi: sono 361 gli atti di intimidazione e di minaccia nei confronti di amministratori locali e funzionari pubblici censiti nel corso del 2014, una media di ben 30 intimidazioni al mese (una al giorno).
I comuni dello stivale appaiono impotenti di fronte ai pericoli che minacciano i sindaci, primi rappresentanti del potere politico. Gli amministratori locali sotto tiro sono stati registrati in 18 regioni, 69 province e 227 comuni, contro di essi: minacce scritte da mittenti anonimi, percosse fisiche, colpi di proiettile su abitazioni private o municipi e incendi alle auto di proprietà.
Alvise Stracci, sindaco di Allmena, in provincia di Palermo, raccontò ai media, dopo che la sua auto fu incendiata lo scorso 13 marzo, che era convinto non sarebbe mai riuscito a superare il trauma di un tale accaduto. “Per notti e notti mi sono svegliato alle quattro senza riuscire più a dormire” dichiarò intimorito. Una situazione che è continuata a sussistere nel 2015 e che si sta facendo drammatica in questo 2016.
Il sindaco Gabriele Tasso di San Pietro Mussolino (Vicenza) ha, infatti, questo Gennaio, durante gli ultimi giorni di vacanza, ricevuto un pacco contenente una lettera intimidatoria che lo accusava di essere un razzista, avendo inviato di recente pattuglie di controllo in zone degradate a causa della presenza di numerosi immigrati.
Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, è stato invece il destinatario di una lettera anonima contenente minacce di morte, recapitata durante queste festività natalizie, in cui sono citate le vie del centro che il primo cittadino percorre quotidianamente per recarsi in municipio e in cui si fa esplicito riferimento a “una pistola clandestina” che sarebbe stata acquistata per portare a termine l’obiettivo.
Ritornando ai numeri e al rapporto dell’anno appena trascorso: è il Sud con il 74% dei casi l’area geografica dove gli amministratori locali e i dipendenti pubblici risultano maggiormente a rischio. Segue l’area del Nord Italia con Lombardia, Liguria e Veneto (14% dei casi) e il Centro Italia con il Lazio (12% dei casi).
Ad essere soggetti di tale fenomeno sono stati soprattutto sindaci di città di medio-piccole dimensioni. Raddoppiati rispetto al 2013 risultano i casi in cui si è fatto ricorso ad armi e ordigni, anche se non si è mai arrivati a sparare direttamente sulla persona.
Il presidente di Avviso Pubblico, Roberot Montà, ha chiesto esplicitamente maggiori tutele e garanzie di protezione da parte dello Stato per gli amministratori locali minacciati oltre che norme che permettano una più efficace azione preventiva e repressiva.