Reggio Calabria – Due boss della ‘Ndrangheta sono finiti in manette, venerdì mattina, dopo che diversi agenti di polizia hanno scovato e fatto irruzione nel loro nascondiglio.
I due, Giuseppe Ferraro, ricercato dal 1998, e Giuseppe Crea, latitante dal 2006, vivevano in un bunker arredato con tutti i comfort. Secondo fonti locali, il bunker era nascosto dentro un costone in una località chiamata Agro di Maropati, in provincia di Reggio Calabria. All’interno del covo, i poliziotti hanno svolto perquisizioni e rinvenuto un vero e proprio arsenale di armi.
Ferraro, era ricercato per associazione a delinquere e omicidi: era sfuggito all’ultima operazione denominata “Erinni”, un’inchiesta che ha fatto luce su una serie di uccisioni avvenute nel 2012 a Oppido Mamertina. A lui e alla sua cosca i magistrati della direzione antimafia di Reggio Calabria contestano una serie di delitti tra i quali quello del boss Domenico Bonarrigo, capo della famiglia dei Mazzagatti-Polimeno, in guerra con i Ferraro-Raccosta.
Giuseppe Crea, 37 anni, figlio del boss Teodoro, era il boss indiscusso di Rizziconi.
“Oggi è un’altra bella giornata per tutti e per il Paese, perché oggi la giustizia ha vinto ancora una volta e ha vinto in modo eclatante con l’individuazione e l’arresto di due boss della ‘ndrangheta”, ha commentato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.
“La Squadra Mobile e gli uomini dello Sco della Polizia di Stato – ha aggiunto – con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno arrestato così, in una operazione di altissimo livello, Giuseppe Ferraro, latitante da quasi vent’anni e condannato per associazione mafiosa e omicidio, e Giuseppe Crea, il maggiore esponente della ‘ndrangheta tirannica, ricercato da dieci per associazione mafiosa, entrambi esponenti dei clan della Piana di Gioia Tauro e inseriti nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia”.
“Questo a dimostrazione del fatto che non si può sfuggire per sempre alla giustizia perchè la squadra-Stato lavora ogni giorno per ripulire il territorio dalla mala pianta del crimine organizzato, perchè i cittadini, che della squadra-Stato fanno parte, possano credere sempre di più nella forza delle istituzioni”, ha concluso.