Corruzione, Italia al 61° posto: penultima in Europa

di Stefania Arpaia

Roma – Italia, leader della corruzione nel settore pubblico e politico. E’ quanto emerge dal rapporto relativo al Cpi, l’indice di percezione della corruzione redatto dal Transparency International, associazione no profit attiva nella promozione della legalità.

L’indice di percezione della corruzione di Transparency International offre la misurazione nel settore pubblico e politico di 168 Paesi nel mondo. I risultati della ventunesima edizione sono stati presentati a Roma alla sede di Unioncamere da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere.

Secondo la ricerca svolta, il Bel Paese si posiziona al 61esimo posto nel mondo, con un voto di 44 su 100. In Europa, peggio dell’Italia solo la Bulgaria. Decimo posto invece nel G20, dopo Canada, Germania, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Giappone, Francia, Corea del Sud e Arabia Saudita.

In pole position, a livello europeo, si posizionano Danimarca, Finlandia e Svezia con il più basso indice di corruzione. I più corrotti Corea del Nord e Somalia.

Rispetto agli ultimi dati ottenuti, l’Italia recupera qualche posto ma ancora non basta. 

“Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni – ha detto Carnevali – Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio. Azioni queste che denotano come una società civile più unita su obiettivi condivisi e aventi come focus il bene della res publica porti necessariamente un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi importanti”.

“Un passo in avanti del nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione è sempre una buona notizia. Per compiere un salto di qualità importante occorre però un ruolo più forte della società civile che deve acquisire la consapevolezza che un sistema dove è grande la corruzione non crea ricchezza e alimenta profonde distorsioni del mercato. La battaglia per legalità e trasparenza è resa meno difficile dalla rivoluzione digitale in atto ed anche su questo fronte occorre insistere con decisione per fare della macchina pubblica un attore trasparente, imparziale e rispettoso delle regole del mercato”, ha commentato Lo Bello. 

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Redazione
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