Altro fatto di sangue a Raqqa, in Siria, stavolta perpetrato contro una giovane giornalista curda, Ruqia Hassan, che postava sui social network testimonianze sulla vita nella roccaforte dello stato islamico e sui bombardamenti della coalizione. Negli ultimi post diceva di aver ricevuto minacce di morte.
A confermare la notizia, dopo alcuni mesi dall’uccisione, il gruppo di controinformazione della città.
Ruqia Hassan raccontava su internet la terribile vita quotidiana degli abitanti di Raqqa, sotto lo pseudonimo di Nissan Ibrahim. Hassan aveva anche riferito dei continui bombardamenti aerei della coalizione internazionale. La famiglia è stata informata soltanto pochi giorni fa della sua esecuzione, giustificata con l’accusa di spionaggio.
Ancora non chiaro il momento esatto dell’arresto, ma il suo ultimo post è datato al 21 luglio scorso. “Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce di morte, ma quando l’Is mi arresterà e mi ucciderà sarà ok perché loro mi taglieranno testa e io ho la dignità. Meglio che vivere nell’umiliazione con l’Is”, aveva scritto.