Le novità sul caso “sindaco di Quarto” non si fermano. Rosa Capuozzo, primo cittadino di Quarto espulsa dal M5s, ha continuato nella mattinata di lunedì 18 gli interrogatori con i pm dell’inchiesta (il procuratore aggiunto della Dda di Napoli Giuseppe Borrelli e il sostituto Henry John Woodcock).
Nelle ultime due deposizioni davanti ai magistrati che stanno indagando sull’ex consigliere comunale di Quarto Giovanni De Robbio, il sindaco del comune flegreo rivela di aver sempre messo al corrente i vertici del Movimento 5 Stelle, in particolare Roberto Fico, dei contrasti politici che aveva con De Robbio. Il sindaco era infatti pressata da quest’ultimo affinché la gestione dello stadio comunale venisse affidata alla famiglia Cesarano, avente legami camorristici con i Polverino.
Capuozzo nei verbali è stata chiara: “A Fico ho sempre detto che ritenevo il De Robbio operasse contro gli ideali del M5S e ostacolasse la mia linea di non nominare in nessun ambito persone legate al territorio”. Aggiunge, inoltre, di avergli anche chiesto insistentemente l’espulsione del consigliere (il quale, infatti, si dimetterà solo dopo aver saputo di essere sotto inchiesta) perché riteneva che De Robbio avesse “preso una posizione sicuramente contraria a quelle che erano le linee del movimento”.
Il 30 novembre 2014 Capuozzo e Fico si incontrarono e la richiesta fu ribadita. Il sindaco ai pm ha detto, infatti, che “l’espulsione fu decretata il 14 o il 15 dicembre”.
Nei verbali compare anche una conversazione via whatsapp che Capuozzo ebbe con il suo vice, Andrea Perotti , alle 9,44 del 17 novembre, e cioè proprio all’indomani della visita ricevuta da De Robbio che le aveva mostrato una foto degli abusi edilizi compiuti nell’abitazione che il sindaco condivide con il marito.
Sulla sua pagina Facebook l’ex pentastellata intanto scrive: “È inutile avere le mani pulite se poi le si tiene in tasca” riferendosi ai fatti raccontati sui vertici M5s.
Aggiunge poi: “Il M5s ha avuto l’occasione di combattere il malaffare in prima linea con un suo Sindaco che lo ha fatto, ma ha preferito scappare a gambe levate, smacchiarsi il vestito, buttando anche il bambino insieme all’acqua sporca. Non si governano così i Comuni ed i territori difficili, non si abbandonano così migliaia di persone che hanno creduto in noi e nel movimento. E’ una forma di rispetto che Quarto meritava: rimanere e combattere. E’ stata fatta una scelta politica in una stanza grigia di Milano. Io ho fatto una scelta di principio per i cittadini onesti di Quarto”.