Baghdad – E’ alta la tensione tra Iran e Arabia Saudita. In seguito all’uccisione dell’imam sciita, Nimr al-Nimr, durante l’esecuzione di massa avvenuta lo scorso sabato, tre moschee sono state attaccate nella provincia irachena di Babil.
La notizia è stata diffusa da una fonte della sicurezza irachena locale, secondo cui alcuni uomini armati hanno lanciato esplosivi contro una moschea a Hilla. Secondo le stesse fonti, altri miliziani hanno fatto esplodere diversi ordigni in due edifici religiosi islamici nel villaggio di Sinjar e a Iskandriyah. Gli attentatori indossavano tute mimetiche da combattimento.
Le forze di sicurezza irachene sono intervenute e hanno aumentato le misure di sicurezza, nel timore di rappresaglie tra le comunità sciite e sunnite dell’area.
Intanto su Twitter il fratello dell’imam defunto chiede che sia restituito il corpo: “Apprezziamo i sentimenti di cordoglio espressi per il martire, ma rifiutiamo e condanniamo gli attacchi contro ambasciate e consolati del regno in Iran o altrove. Noi amiamo il nostro paese”, ha scritto Mohammed Al Nimr.
“Non vogliamo che mio fratello sia sepolto in un cimitero sconosciuto. Chiedo alle autorità locali di poter avere i resti del martire per essere inumati ad Awamiya”, ha aggiunto.
“Sembra che l’Arabia saudita leghi la sua sopravvivenza alla continuazione di tensioni e conflitti, e provi a risolvere i suoi problemi interni creandone nella regione”, ha commentato il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Jaberi Ansari, rispondendo alla decisione di domenica di Riad di chiudere i rapporti diplomatici con Teheran.
Durante l’esecuzione avvenuta in Arabia Saudita sono state uccise 47 persone.