Usa: Obama, ultimo discorso dell’Unione alla nazione

di Stefania Arpaia

Washington – Il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha tenuto il suo ultimo discorso alla nazione, nella serata di martedì. 

Ha voluto sottolineare i cambiamenti e l’importanza di non darsi per vinti ma di dover combattere sempre. Particolare rilevanza è stata data anche al concetto di Stato “unito” a cui l’America deve aspirare sempre di più. Sintetizzati tutti i risultati ottenuti dall’amministrazione Obama.

Sono stati questi i temi centrali del discorso sullo stato dell’Unione: appuntamento annuale della politica statunitense. Dal 2009, Obama ha tenuto ben 7 discorsi. Nel frattempo, già sono in preparazione le elezioni del prossimo novembre. 

“Uno dei più grandi rimpianti della mia presidenza – ha detto Obama – è che il rancore e il sospetto tra i partiti è peggiorato invece che migliorare. Non dubito che un presidente con le doti di LincolnRoosevelt avrebbe potuto far meglio per unire il paese, e vi garantisco che cercherò sempre di migliorare me stesso finché sarò presidente”.

“Ci sono moltissime brave persone in questa camera – ha proseguito – che vorrebbero vedere più collaborazione, un dibattito più alto, ma si sentono intrappolati dall’imperativa necessità di essere rieletti, dal rumore di fondo della loro base elettorale. Lo so: me lo hanno detto loro. È il più famoso segreto di Washington. E molti di voi non sono felici di essere intrappolati dal rancore. Se vogliamo una politica migliore, cambiare un deputato o un senatore o perfino un presidente non è abbastanza. Dobbiamo cambiare il sistema, perché rifletta la parte migliore di noi e non la peggiore”.

Inevitabile il riferimento alla diffusione delle armi che continua a provocare vittime. Pochi giorni fa Obama aveva parlato alla nazione in lacrime dopo la morte di una bimba di appena 2 anni sparata da un coetaneo che aveva trovato una pistola incustodita nella propria abitazione. “Bisogna proteggere i nostri figli dalla violenza armata”, ha detto con forza.

“Viviamo in un tempo di straordinaria cambiamento, cambiamento che sta rimodellando il modo in cui viviamo, il nostro modo di lavorare, il nostro pianeta, il nostro posto nel mondo. Ogni volta, ci sono stati quelli che ci hanno detto di temere il futuro, ma ogni volta abbiamo superato queste paure”.

“Prima Al Qaida e ora l’Isis rappresentano una minaccia diretta per il nostro popolo, perché nel mondo di oggi, anche un pugno di terroristi che non danno alcun valore alla vita umana, compresa la propria, sono in grado di fare un sacco di danni. Usano Internet per avvelenare le menti degli individui all’interno del nostro paese; le loro azioni minano e destabilizzano i nostri alleati. Dobbiamo portarli fuori. Sono assassini e fanatici che devono essere distrutti”.

A concludere la citazione di Papa Francesco, ricordando le parole che il Pontefice pronunciò proprio davanti al Congresso lo scorso settembre: “Imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore per prendere il loro posto. Così – ha aggiunto Obama – quando i politici insultano i musulmani questo non ci rende più sicuri. È solamente sbagliato. Ci sminuisce agli occhi del mondo e rende più difficile raggiungere i nostri obiettivi. E tradisce quello che siamo come Paese”.

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