Napoli – Vivere con la pensione minima, ad 80 anni, con quattro figli che non riescono a inserirsi stabilmente nel mercato del lavoro. Difficile, quasi impossibile se si vive al Sud in una città caratterizzata da varie forme di disagio sociale come Napoli, dove otto pensionati su dieci sono costretti a vivere con meno di mille euro al mese.
“Pur lavorando per 28 anni in una fabbrica oggi prendo una pensione di 950 netti al mese, con 500 euro di affitto, oltre alle spese di condominio e le utenze. Insomma, non si riesce a vivere”, ci racconta un pensionato.
Tra le spese da sacrificare molti rinunciano all’auto e persino al caffè al bar. Difficile anche comprare generi alimentari. “A volte vado nei supermercati dove ci sono gli sconti – racconta il pensionato – ed esco senza comprare niente. Non mi vergogno di dire che si va al mercato del pesce quando i pescivendoli gettano le cassette del pesce per portare a casa qualcosa da mangiare”.
La soluzione? Combattere il divario tra Nord e Sud, “svecchiando” il mondo del lavoro con l’inserimento dei giovani.