Napoli, il manifesto abusivo coinvolge anche i funerali: la denuncia dell’Efi

di Redazione

Napoli – Manifesti funebri abusivi, sprovvisti del bollino di certificazione del Comune di Napoli che ne attesti la legalità, ma anche un completo “disprezzo” delle regole e del decoro urbano con affissioni che in maniera selvaggia invadono centraline elettriche, totem, recinzioni dei cantieri. Una nuova recrudescenza del fenomeno che viene segnalata dall’Efi, Eccellenze Funerarie Italiane, associazione di categoria delle imprese funerarie italiane d’eccellenza e a favore della legalità nell’intero comparto.

“In questi giorni – affermano i consiglieri Efi in una nota – abbiamo raccolto diverse segnalazioni di cittadini nelle zone di Bagnoli e Fuorigrotta che non ne possono più di vedere imbrattati i muri da decine e decine di affissioni che si susseguono praticamente senza minima distanza l’una dall’altra”.

L’Efi invita il Comune di Napoli ad agire in quanto: “Questo modus operandi danneggia l’immagine dell’intero comparto e dei tanti impresari funebri che si muovono nel rispetto delle regole ma, soprattutto, del buon senso”, lamentando appunto “una scarsa attenzione da parte dell’amministrazione comunale che dovrebbe imporre dei rigidi paletti per arginare il fenomeno dell’annuncio funebre selvaggio. In questo senso, il Comune non si è dotato ancora di un’efficace direttiva in grado di rispondere all’esigenza di controllo”.

Ma c’è altro, di ben più inquietante. L’Efi spiega, infatti, che “spesso ci troviamo a vedere orde di manifesti di una determinata impresa affissi sopra ad altri di ditte concorrenti, che sembrano avere il solo scopo di coprirli. Potremmo parlare di concorrenza sleale, ma il nostro timore è che dietro queste affissioni ci siano in realtà delle vere e proprie strategie di controllo del territorio. L’utente deve avere l’impressione che in una determinata area geografica lavori solo quella ditta funebre. In questo senso, i quintali di carta stampati non assolverebbero più il nobile scopo per cui sono nati, ma diventerebbero un mezzo per imporsi sulla concorrenza”.

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