Aversa – Un extracomunitario di origine albanese ha aggredito in maniera selvaggia il medico di turno al pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa dopo aver fatto lo stesso con gli addetti all’ambulanza del 118 che stavano prestandogli soccorso.
Sanità sempre più terra di frontiera ad Aversa dove alle continue aggressioni al personale del pronto soccorso del locale ospedale San Giuseppe Moscati si aggiungono anche quelle al personale del 118 mentre la riapertura, dopo circa cinque anni, del drappello di polizia si rivela inutile perché, se ce ne fosse stato bisogno, l’episodio dell’altra notte ha dimostrato che non si può limitare la vigilanza ad una sorta di orario di ufficio, dalle 8 alle 20, lasciando sguarnite le ore più pericolose, ossia quelle notturne.
A mettere in scena questo ulteriore atto di violenza contro gli operatori della sanità aversana un 19enne albanese, con regolare permesso di soggiorno che, dopo l’identificazione da parte dei carabinieri della locale compagnia che sono giunti sul posto e che, coordinati dal comandante del Reparto Territoriale di Aversa, colonnello Vittorio Carrara, conducono le indagini relative, ha lasciato indisturbato il nosocomio aversano.
Un atto dovuto tenuto conto che questo tipo di reato necessita della querela della persona offesa per consentire l’imputazione nei confronti dell’autore. Questa considerazione, però, non ha evitato una serie di reazioni negative soprattutto da parte del personale sanitario sia del presidio ospedaliero normanno che del 118 piuttosto contrariate dalla circostanza che vede il giovane a piede libero e le sue vittime addirittura averne per 30 giorni a causa della frattura del naso. Sia ad un sanitario, infatti, che ad un autista dell’ambulanza del 118 che aveva prestato soccorso al giovane sarebbe stata riscontrata la frattura del setto nasale.
Per quanto è stato possibile ricostruire l’accaduto, intorno alla mezzanotte di sabato scorso, il giovane albanese, quasi certamente in stato di ebbrezza, si sarebbe sentito male e si sarebbe accasciato al suolo. Immediato il soccorso dei passanti che hanno allertato il servizio di soccorso 118 che è giunto sul posto dopo pochi minuti, visitando l’albanese. Visita che ha convinto gli addetti al soccorso a trasferirlo presso il pronto soccorso del Moscati affinché potessero essergli somministrate le cure del caso.
Il tragitto sino al nosocomio aversano è stato tranquillo. Una volta giunto presso il pronto soccorso, forse proprio per il suo stato di ebbrezza, ha iniziato ad andare in escandescenza aggredendo i presenti e provocando anche danni alle apparecchiature mediche presenti nell’ambulanza, nonostante le rassicurazioni e gli inviti a calmarsi dei presenti. Sino a quando non è stato ridotto alla ragione grazie ad alcuni calmanti, mentre sul posto giungeva una ‘gazzella’ della locale stazione dei carabinieri che procedeva all’identificazione dell’energumeno.
Questa di sabato scorso è la prima aggressione dell’anno ai danni degli addetti al pronto soccorso del Moscati, ma nel 2015 sono state una decina, alcune con conseguenze anche gravi per i sanitari. In un caso, infatti, c’è stata la frattura di un braccio di un medico. Dallo scorso mese di dicembre, però, durante il giorno, è stato ripristinato il drappello di polizia. Una decisione con la quale si ipotizzava di mettere fine alle aggressioni. Ma, evidentemente, come dimostrato, non basta per raggiungere lo scopo.