Sant’Arpino – Il geometra Arturo Plazza, coordinatore cittadino del Psi e membro di Alleanza Democratica per Sant’Arpino, a seguito di varie istanze di cittadini residenti e non nella zona di via Rodari, si è fatto loro portavoce.
A tal proposito produrrà osservazioni in merito all’aspetto tecnico -amministrativo al Puc adottato di recente, inerenti la questione della trasformazione da zona omogenea F/2 (standard per attrezzature: piazza etc.), presso l’attuale via Rodari, nelle vicinanze della scuola media, a C4 che prevede per metà aree per insediamenti residenziali e per metà attrezzature, non tenendo conto di quella che è la storia.
Di seguito il suo intervento al Convegno sul Puc tenutosi Domenica 21 Febbraio scorso, organizzato da Alleanza Democratica:
“Mi piacerebbe raccontarvi di una Piazza che non c’è, di una storia santarpinese. Verso la metà degli anni sessanta si iniziò a parlare di piani di lottizzazione, realizzabili o meno, nella zona dell’attuale via Rodari. La maggior parte dei terreni presenti era di proprietà della marchesa Caracciolo che, con procure notarili, dava mandato al Landolfo Francesco, che a sua volta era rappresentato da Esposito Marroccella Giuseppe, di presentare un Piano di Lottizzazione per quell’area. Landolfo e Marroccella, facendo seguito al mandato, ebbero cura di produrre la documentazione necessaria all’istanza e ne presentarono copia al Comune di Sant’Arpino, allora guidato dall’avv. Vincenzo Legnante in data 10/07/1968. Fecero seguito il parere favorevole della allora Commissione Edilizia in data 13/08/1968, ma con delle modifiche alla narrativa concordate con i proprietari e cioè (cito testualmente) ” …Creazione di una piazza, così indicata nel grafico e avente dimensioni m. 30 x 60 escluse le strade di immissione”.
In seguito alla modifica narrativa, in data 22/08/1968, il Sindaco avv. Vincenzo Legnante rilascia Licenza Edilizia n. 173.
Negli anni, tra diffide, richieste di annullamento, etc. la lottizzazione sarà comunque realizzata tenendo ben presente quella importante modifica alla narrativa voluta da Legnante, ovvero la Piazza, tant’è che quando è stato approvato il Prg negli anni ottanta, la zona di m. 30 x 60 è ancora presente e rappresentata quale zona omogenea F2, Standard Urbanistico, uno spazio di tutti.
L’intoppo è che il Comune di Sant’Arpino non ha mai provveduto all’acquisizione al patrimonio comunale dello standard, di conseguenza la Piazza resta virtuale.
C’è di più, a cavallo fra gli anni novanta e duemila il lotto in questione fu completamente recintato da privati, addirittura si recintò anche una strada ad ovest di esso lotto.
Questi fatti portarono alla nascita del Comitato di Zona Rodari che annoverava molti concittadini ed era la maggior parte delle volte rappresentato dall’ormai scomparso sig. Elpidio Di Serio che con tenacia e senso civico, riuscì ad ottenere la costituzione di una Commissione Consiliare d’Inchiesta che procedesse alla acquisizione di tutti gli elementi utili al fine di giungere ad una soluzione della questione.
La lotta civica di quegli anni portò alla rimozione parziale della recinzione e alla sensibilizzazione della cittadinanza alla tutela del bene comune.
Elpidio Di Serio avrebbe sicuramente continuato la sua lotta civica, ma nessuno è eterno, e ci ha lasciato comunque in eredità una straordinaria raccolta di documenti che ci raccontano la vicenda e che grazie al fratello di Elpidio, Tommaso Di Serio, ho potuto consultare e riassumervi in queste poche righe.
Perché raccontarvi questa storia? Perché a distanza di ben 48 anni dal 1968, cioè da quando la prima volta si stabiliva la realizzazione di uno spazio collettivo, con l’adozione del Puc 2015, la Piazza che non c’è, non sarà mai.
Col nuovo Puc si converte lo Standard F2 che sarebbe stato per intero uno spazio pubblico, in zona C4, che prevede per metà aree per insediamenti residenziali e per l’altra metà attrezzature, senza tener conto in alcun modo di quella che è stata la storia passata e recente e delle persone che l’hanno scritta. La storia è scritta ma bisogna leggerla, io l’ho letta.
Mi domando se tutto questo è giusto, a tal proposito chiedo a tutti i politici, in carica ed ex amministratori, di prendere atto di tale questione e di dare risposta ai cittadini che a loro hanno dato mandato di reggere “la cosa pubblica”. “Ai posteri l’ardua sentenza”.