Bonificato il Chiostro della Chiesa di San Francesco di Paola

di Redazione

Sant’Arpino – Conclusi i lavori di bonifica al Chiostro annesso alla Chiesa di San Francesco di Paola al cimitero. La ditta affidataria dei lavori ha provveduto all’eliminazione delle erbacce, alla caratterizzazione degli innumerevoli rifiuti trovati in loco, alla rimozione degli arbusti e dei rampicanti che avvolgevano i resti murari e di tutti i detriti che fino ad oggi occupavano i vani e che avevano innalzato la quota calpestabile ad oltre un metro e mezzo di altezza. Un intervento che ha reso di nuovo fruibile e decorso degli spazi da anni abbandonati al proprio destino e trasformatisi in mini discariche a cielo aperto.

“A seguito di questa bonifica – spiegano all’unisono il sindaco facente funzioni Aldo Zullo, e gli assessori Angela Salino e Salvatore Brasiello – sono stati conferiti in discarica inerti per oltre 20 automezzi, oltre a tutto il materiale riciclabile conferito presso la piattaforma ecologica comunale. Durante le operazioni è venuto alla luce anche un locale interrato pieno di materiali di risulta ed al momento non ancora accessibile”.

“Tali interventi – illustrano gli amministratori – si sono resi necessari dopo un attento sopralluogo all’interno del cimitero comunale grazie al quale è stato possibile effettuare uno screening sulla situazione attuale del camposanto comunale. E i tecnici comunali recandosi nel Chiostro adiacente la Chiesa di San Francesco di Paola si sono trovati dinanzi dei luoghi pieni di erbacce, rifiuti e materiali di risulta di ogni genere. Passando ad un’analisi più generale va evidenziato come attualmente la struttura cimiteriale si compone di tre parti realizzate in epoche differenti, quella sorta attorno alla Chiesa di San Francesco, quella realizzato nei primi anni Settanta ed infine la zona realizzata alla fine del 2010. Paradossalmente quella che si presenta in condizioni peggiori è proprio quest’ultima, non certo per la vetustà dei lavori, bensì per la cattiva esecuzione degli stessi. Ad esempio siamo stati costretti a chiudere la parete est dell’ingresso nord in quanto pericolante”.

“Abbiamo poi riscontrato – continuano – tantissime infiltrazioni di acqua nel mausoleo “Giovanni Paolo II”, mentre siamo stati costretti a sistemare il muro che divide questa zona dal cimitero con il citato Chiostro di San Francesco di Paola. Sono state riscontrate tantissime infiltrazioni alle cappelle, ed abbiamo anche scoperto che finanche i campi di inumazione sono stati livellati con materiale di risulta. Gravissima poi la scoperta di certe lapidi che hanno i perni di sostegno non al centro del solaio intermedio dei loculi, bensì in prossimità dell’intradosso. Una situazione pericolosissima, tant’è che l’ufficio preposto, non potendo adottare rimedi può solo disporre in caso d’uso preventivi accertamenti”.

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