Casapesenna – Le ultime vicende emerse durante il processo all’ex sindaco Fortunato Zagaria hanno indotto il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, a presentare al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, un’interrogazione per chiedere “se si ritenga avviare iniziative finalizzate alla verifica della sussistenza dei presupposti per procedere nuovamente allo scioglimento del consiglio comunale di Casapesenna”.
Nell’interrogazione, presentata lo scorso 1 febbraio, l’esponente del Movimento 5 Stelle scrive: “Nell’aprile 2012 il comune di Casapesenna (Caserta) è stato sciolto per infiltrazioni mafiose secondo quanto previsto dall’articolo 143 del testo unico sugli enti locali; secondo quanto si apprende dalle fonti di stampa dell’epoca e secondo quanto segnalato, all’interrogante, a Casapesenna la commissione d’accesso per accertare eventuali infiltrazioni della camorra era stata inviata dalla prefettura di Caserta nel febbraio 2012 dopo l’arresto del sindaco Fortunato Zagaria, accusato dalla direzione distrettuale antimafia di violenza privata nei confronti del suo predecessore Giovanni Zara aggravata dall’aver agito per favorire un clan camorristico, quello facente capo all’ex latitante Michele Zagaria, arrestato nel dicembre 2011 dopo quasi sedici anni di latitanza”.
“Secondo quanto si apprende da fonti di stampa e secondo quanto segnalato all’interrogante – continua Di Maio – già qualche giorno dopo l’arresto dell’ex primo cittadino lo scioglimento era stato causato dalle dimissioni di 13 consiglieri comunali, ma in seguito la delibera del Consiglio dei ministri ha confermato la presenza dei condizionamenti posti in essere dal clan Zagaria; un pentito, Roberto Vargas, aveva parlato dell’ex sindaco Fortunato Zagaria come ‘un pupazzo nelle mani del boss’;
anche la scoperta dei due bunker in uso a Zagaria nel periodo della latitanza, dotati di sistemi di comunicazione sofisticati ed estesi in tutto il paese, testimoniavano l’enorme numero di fiancheggiatori di cui il boss poteva godere. Gli stessi lavori per realizzare il bunker, secondo i pm della direzione distrettuale antimafia non potevano essere stati realizzati senza collusioni in comune”.
Il vicepresidente della Camera, poi, sottolinea che “nel successivo mese di maggio 2014 si sono svolte le elezioni comunali che hanno visto la vittoria di Marcello De Rosa. Secondo quanto si apprende da fonti di stampa e secondo quanto segnalato all’interrogante, nelle ultime settimane la direzione distrettuale antimafia avrebbe accertato che tra lui e il suo predecessore Fortunato Zagaria, sospettato di aver favorito il clan dei Casalesi, vi erano continui contatti telefonici dal tono confidenziale durante i quali l’ex sindaco dispensava al candidato consigli, che spesso apparivano anche delle vere e proprie direttive; sempre secondo fonti di stampa e segnalazioni all’interrogante, gli inquirenti, alla luce degli appuntamenti presi subito dopo le elezioni, sarebbero indotti a ritenere l’esistenza di una relazione di subordinazione da parte di De Rosa nei confronti di Zagaria; nelle intercettazioni, vi sarebbe addirittura un sms di De Rosa all’indirizzo di Fortunato Zagaria dal seguente contenuto: ‘Sei un grande grazie’”.
Di Maio, infine, cita le recenti dimissioni dell’opposizione consiliare: “Nel corso del mese di gennaio 2016, la lista civica di opposizione avrebbe deciso di dimettersi dal consiglio comunale, chiedendo anche ai subentranti di rinunciare alla surroga. Tale decisione sarebbe stata assunta dopo la pubblicazione delle citate interrogazioni che dimostrerebbero la totale contiguità tra l’amministrazione sciolta nel 2012 e l’attuale”.
“E’ evidente – conclude l’esponente del M5S – come la diffusione a mezzo stampa delle notizie sopra riportate non può che gettare ulteriore discredito sull’amministrazione di un territorio da anni martoriato dall’infiltrazione camorristica”.
Intanto, se arrivasse un nuovo scioglimento del Consiglio comunale sarebbe il quarto negli ultimi anni per Casapesenna.