Aversa – Un colpo di pistola al petto, esploso dall’arma di ordinanza. Ha posto fine alla sua esistenza in questo modo Rino Freda, agente di polizia municipale di Aversa, provocando sgomento non solo tra i colleghi, ma anche tra i tantissimi aversani che lo conoscevano. Teatro dell’estremo gesto il cortile della caserma di via San Lorenzo.
Freda era di servizio nel pomeriggio di sabato 13 febbraio. Secondo una prima ricostruzione operata dagli stessi colleghi del vigile suicida, un collega, intorno alle 18, sarebbe giunto al comando per dargli il cambio. Freda non era presente all’interno degli uffici. Un rapido sguardo in cortile ed ha notato la presenza della vettura del collega, una Citroen. Si è avvicinato e ha visto quello che non avrebbe mai voluto vedere. Rino Freda era seduto al posto di guida con il capo reclinato, la divisa intrisa di sangue. Per lui non c’era più nulla da fare. Il vigile che ha trovato il corpo non ha potuto far altro che avvertire il comandante Stefano Guarino.
Quest’ultimo è immediatamente giunto sul posto ed a lui è toccato anche l’ingrato compito, insieme ad altri colleghi giunti in caserma sotto choc, di avvertire i familiari del suicida. Freda, 51 anni, era sposato e padre di una bambina di 14 anni. Noto anche per la sua attività sindacale quale Rsu del Siulp.
“In questo momento – ha dichiarato il comandante Guarino – posso solo esprimere il grande dolore per la perdita improvvisa di un collega bravo e serio e non sono parole di circostanza. Anche se di carattere chiuso, nulla faceva presagire un gesto così estremo”.
Sulla stessa scia i commenti degli altri colleghi, tutti addolorati come se fosse venuto a mancare uno di famiglia. “Negli ultimi tempi – ha affermato un vigile che gli era particolarmente vicino – Rino era particolarmente taciturno. Da quanto sappiamo non aveva problemi particolari. Spesso capitava che quelli di noi che gli erano più amici lo spronavano a parlare, a sfogarsi, ma lui diceva che tutto era a posto, che non aveva nulla di cui lamentarsi”.
Che Rino Freda fosse inflessibile nel suo compito di agente di polizia municipale era noto a molti. Non si fermava davanti a nessuno. Proverbiale l’episodio della contravvenzione elevata alla vettura di proprietà del compianto sindaco Giuseppe Sagliocco per un divieto di sosta.