Barletta – I lavori anti erosione avviati lungo la litoranea di ponente erano da qualche tempo entrati nel mirino delle Forze di Polizia di Barletta che avevano deciso di vederci chiaro, specie dopo che i finanzieri della Stazione navale di Bari erano intervenuti mentre veniva dato alle fiamme un escavatore della ditta che stava effettuando i lavori. In quella occasione, un cittadino di Corato era stato denunciato a piede libero per danneggiamento.
Ora, sotto la direzione della Procura di Trani, il Gruppo Guardia di finanza di Barletta, la Capitaneria di porto di Barletta ed il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Bari, ciascuno secondo le rispettive professionalità, stanno spulciando tra la ingente mole di documentazione dell’appalto che il Comune di Barletta ha aggiudicato ad una ditta locale.
In particolare i finanzieri, i carabinieri e la Guardia costiera stanno controllando che, in tutte le varie fasi dell’appalto, vi sia stato il rispetto del Codice degli appalti, delle norme sulla sicurezza della navigazione marittima nonché di quelle sull’inquinamento ambientale.
E proprio partendo da quest’ultimo tema, che quest’oggi la Polizia giudiziaria delegata dall’autorità giudiziaria di Trani ha effettuato un controllo all’atto della ripresa dei lavori in cantiere, ove era stata segnalata la presenza di due escavatori in opera nell’effettuazione lavori di movimentazione terra per il consolidamento delle barriere soffolte.
Alla richiesta di esibire la documentazione necessaria per l’esecuzione dei lavori, in particolare il “piano di utilizzo” per la fornitura e posa in opera di pietrame da cava, la ditta operante non è stata in grado di fornire alcun supporto documentale.
Pertanto, si procedeva al sequestro dell’intera area di cantiere per la movimentazione ed utilizzazione di materiale da scavo, senza il “Piano di Utilizzo”, in violazione di norme ambientali.