Casal di Principe – “Don Diana fu ucciso perchè rifiutò di celebrare i funerali di un camorrista in chiesa”. Sono le dichiarazioni rese in un’aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere dal collaboratore di giustizia Domenico Bidognetti durante il processo a carico di Walter Schiavone per l’omicidio di Giliberto Cecora.
L’assassinio di quell’affiliato al clan dei casalesi maturò nell’ambito della faida tra il gruppo di Giuseppe Quadrano, Nunzio De Falco, Sebastiano Caterino, Mario Santoro e quello di Francesco Schiavone Sandokan e Francesco Bidognetti, Cicciotto ‘e mezzanotte.
Secondo la ricostruzione fatta ieri in tribunale, l’uccisione di Cecora fu, in pratica, la vendetta degli Schiavone all’uccisione di Valentino Guarino, loro parente, eseguita dal gruppo di Quadrano.
Cecora era zio di Quadrano. Don Diana rifiutò la celebrazione dei funerali in chiesa e questo, stando alle dichiarazioni di Bidognetti, fu un affronto troppo duro da sopportare. Tre giorni dall’omicidio di Cecora, il 19 marzo, Quadrano, infatti, entrò in sagrestia e sparò al sacerdote.
Il 23 febbraio arriverà la sentenza per Walter Schiavone nel corso dell’ultima udienza del processo con rito ordinario nel quale il comune di Casal di Principe si è costituito parte civile.
Rito abbreviato già celebrato invece per Salvatore Cantiello e Giuseppe Dell’Aversana condannati a 30 anni e per Domenico Bidognetti, Luigi Diana, Francesco Cirillo condannati ad una pena di 9 anni e 4 mesi.