Napoli – Mimmo Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella e Massimo Napolitano sono operai della Fiat di Pomigliano ma sono stati licenziati nel giugno 2014 per aver esposto davanti al reparto logistico di Nola un manichino impiccato a una forca, inscenando il suicidio di Sergio Marchionne.
E’ stata una protesta di quelle eclatanti per protestare simbolicamente contro i suicidi e i tentati suicidi di alcuni cassintegrati Fiat. Da allora non hanno fatto più rientro in fabbrica gli esponenti del Comitato di Lotta Cassintegrati e licenziati. Ora però si riaffacciano alla scena politico-sindacale con una lista elettorale. Hanno, infatti, annunciato l’intenzione di presentare una lista alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Napoli.
I cinque lanciano un appello ad aiutarli per la raccolta di firme necessarie a “tutti i compagni, disoccupati, operai, studenti cui siamo stati affianco in questi anni”. Sostengono di “non credere alla ‘farsa’ delle elezioni, ma le utilizzeremo per dare voce a chi non ne ha”. “Chiamiamo in causa tutti quelli con cui siamo stati fianco a fianco in questi anni nelle lotte e mobilitazioni contro i padroni – spiega Mimmo Mignano, che probabilmente sarà il candidato sindaco della lista – facciamo appello ai compagni di Napoli affinché queste cinquecento firme siano raccolte. Noi siamo sempre stati in prima fila con gli sfruttati, e ora chiediamo aiuto per poter presentare la lista, una lista aperta in cui si possono presentare altri operai e disoccupati che vogliono partecipare”.
Secondo Mignano gli operai “sono sistematicamente esclusi dalle elezioni”. “A volte, nei partiti c’è la presenza di qualche operaio come ‘fiore all’occhiello’ – aggiunge – ma in queste formazioni alla fine non contano nulla. Non crediamo alla ‘farsa’ delle elezioni, ma vogliamo utilizzarla per dare visibilità ed ascolto a chi non ne ha”.