Furti di rame, 15 arresti a Pescara: c’è anche caporal maggiore dell’Esercito

di Redazione

Pescara – Quindici persone arrestate nell’ambito dell’operazione ‘Red Coffee’ che ha sgominato un’organizzazione, composta da italiani e stranieri magrebini e dell’Est Europa, dedita a furti di rame. Tra gli arrestati c’è anche un caporal maggiore dell’Esercito Italiano, di origini abruzzesi e in servizio nelle Marche, finito ai domiciliari.

E’ suo il deposito del Chietino in cui i ladri stoccavano la merce dopo i colpi. Grazie all’installazione di una telecamera proprio nei pressi della struttura, i carabinieri hanno potuto riprendere l’intenso traffico ed accertare che, con cadenza quasi quotidiana, al mattino, due o tre furgoni scaricavano quintali di rame rubato di notte, contenuto in sacchi.

Il capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, era Giuseppe Salvatore, 41 anni, nato a Pescara e residente a Francavilla al Mare (Chieti), finito in carcere.

Il nome dell’operazione, “Red Coffee”, prende spunto dal modus operandi dell’organizzazione: i ladri, una volta terminato il “lavoro notturno”, alle prime luci dell’alba contattavano telefonicamente Giuseppe Salvatore, chiedendogli di prendere un caffè. Una frase in codice con cui lo informavano di essere pronti alla consegna della refurtiva. Un secondo “caffè” serviva a fissare l’appuntamento, in locali o bar, per il pagamento di quanto dovuto: i prezzi si aggiravano sui 3 o 4 euro al chilo, a seconda della qualità del rame.

Più di 30, nel complesso, le tonnellate di rame recuperato durante l’indagine, per un valore di circa 200mila euro, oltre ai danni commessi ad aziende e infrastrutture, spesso ben superiori al valore della refurtiva. In un caso, ad esempio, sono stati rubati cinque chilometri di cavi dell’alta tensione, vicino Casoli (Chieti), e in un altro sono state portate via le grondaie del cimitero, ad Ortona dei Marsi (L’Aquila).

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