Caserta – Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emanato due esemplari sentenze a carico di quattro autori di incendi boschivi di origine dolosa in provincia di Caserta.
Tre dei quattro imputati erano allevatori di greggi ovini, mentre il quarto svolgeva mansioni di aiutante nella conduzione di altro gregge. Tutti hanno agito con lo specifico intento di utilizzare il fuoco per rinnovare il “cotico” erboso allo stato seccaginoso e fertilizzare così, con le ceneri prodotte dalla combustione, il suolo delle aree interessato dal pascolo del gregge, nonché per ampliare le zone di pascolamento anche su territori coperti da boschi. Invero, l’azione del fuoco consente di anticipare notevolmente la rinnovazione del pascolo da somministrare al gregge. Accelerazione della ricrescita che si concretizza, per i terreni percorsi dal fuoco, già pochi giorni dopo le prime piogge.
In particolare con una prima sentenza è stato condannato: Orlando Lombardi, 45 anni, nato a Hyde (Gran Bretagna), allevatore di un gregge ovino, alla pena di sette anni e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali, per aver cagionato un incendio boschivo di natura dolosa, il 10 agosto 2015, sul Monte Tifata, nella località “Gradilli” del comune di Caserta. L’incendio di estese proporzioni ha interessato il bosco soprastante la strada provinciale (ex statale 87 Sannitica), di proprietà demaniale del Comune di Caserta, per una superficie di circa 2,5 ettari.
Lombardi veniva tratto in arresto il 24 agosto 2015, a seguito di emissione di Ordinanza di misura cautelare, e tutt’ora sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Le indagini svolte dal Corpo Forestale dello Stato, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, si avvalsero dell’utilizzo di moderne tecnologie di videosorveglianza. Vennero predisposti appositi servizi di osservazione, pedinamento e controllo, svolti insieme con dispositivi di “cattura immagini foto-video”, azionati all’occorrenza da sensori di movimento, per la raccolta di informazioni e dati utili alla lotta agli incendiari.
Verso le ore 14.50 del 10 agosto 2015, i dispositivi di “cattura immagine” registravano, in maniera incontrovertibile, le immagini di Lombardi, passeggero a fianco del guidatore, che, disceso da un’Alfa Romeo 159 Sport Wagon di colore blu, recava sul retro di un deposito attrezzi dell’Anas per collocare un ordigno incendiario ad accensione ritardata nella folta vegetazione erbacea seccaginosa. In quegli istanti, il guidatore dell’Alfa Romeo, per giustificare la sosta dell’autovettura in un tratto di curva pericoloso per la viabilità, apriva il cofano per simulare un controllo al motore dell’autovettura.
L’azione degli incendiari risultava precisamente coordinata e pianificata, tanto da durare solo quaranta secondi circa in totale. Dopo circa 8 minuti che l’autovettura, con a bordo Lombardo, si era oramai allontanata dalla zona, si notava lo sprigionarsi di fiamme alte proprio nel medesimo punto in cui, pochi minuti prima, si era addentrato Lombardi, fiamme che si sono propagate in maniera violenta grazie alle elevate temperature, allo stato seccaginoso delle formazioni erbacee spontanee e all’elevatissima pendenza del versante.
L’incendio, che ha interessato una superficie complessiva di circa 25mila metri quadrati, è stato domato grazie all’intervento delle squadre antincendio della Regione Campania, della Comunità Montana “Monte Maggiore” e della Sma Campania. Il danno all’ambiente e al soprassuolo forestale ivi radicato (costituito da formazioni arbustive di macchia mediterranea ed arboree di specie quercine, leccio e roverella) è stato grave ed esteso. Le riprese fotografiche raccolte dall’apparecchio di foto-trappolaggio hanno permesso di identificare compiutamente l’autore in Lombardi, allevatore di un gregge ovino costituito da circa 150 capi, che lo stesso è solito far pascolare sulla collina del “Monte Tifata” nelle “Vaccheria” e “Gradilli” di Caserta.
Con altra sentenza sono stati condannati altri tre uomini. Il primo è Angelo Vaiuso, 58 anni, nato a Castel Morrone, allevatore di un gregge ovino, alla pena di cinque anni, oltre all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena, per aver cagionato, in qualità di istigatore, in concorso con Affinita Angelo, un estesissimo incendio boschivo di natura dolosa (circa 327mila metri quadrati), il 18 agosto 2012, a Caserta, sul versante collinare denominato “Monte Montone”, su un’area classificata di rilevante importanza paesaggistica, nonché a forte vocazione turistica in quanto situata nei pressi del centro medioevale di Casertavecchia.
Angelo Affinita, 60 anni, di San Felice a Cancello, allevatore di un gregge ovino, condannato alla pena di cinque anni, oltre all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena, per aver cagionato: in qualità di esecutore materiale, in concorso con Vaiuso, un estesissimo incendio boschivo di natura dolosa (circa 327mila metri quadrati), il 18 agosto 2012, a Caserta, sul versante collinare denominato “Monte Montone”, su un’area classificata di rilevante importanza paesaggistica, nonché a forte vocazione turistica in quanto situata nei pressi del centro medioevale di Casertavecchia; in qualità di istigatore, in concorso con Musej Saimir, un esteso incendio boschivo di natura dolosa (circa 55mila metri quadrati), il 28 agosto 2012, a Francolise, in località “Monte Telefono-San Rocco”, su un’area collinare adibita a rimboschimento con essenze arboree di alto fusto di pino nero e di pino d’aleppo; in concorso morale e materiale con il Musej Saimir, un principio di incendio di natura dolosa (circa 50 metri quadrati), in data 27 agosto 2012, a Teano, alla località “Crocetta”, su un’area posta a margine di una scarpata stradale.
Musej Saimir, 37 anni, nato a Berat (Albania), aiutante nella conduzione di un gregge ovino, condannato alla pena di quattro anni e sei mesi, oltre all’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, per aver cagionato: in qualità di esecutore materiale, in concorso con Affinita, l’incendio di Francolise; in concorso morale e materiale con Affinita, il principio di incendio a Teano.
Tutti e tre furono fermati, il 2 ottobre 2012, in esecuzione ad un provvedimento adottato dalla Procura ed associati alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.