È bizzarra e sorprendente la storia che vede protagonista Matteo, un bambino che frequenta la terza elementare ‘Marchesi’ di Copparo (Ferrara), divenuto famoso per aver inventato una nuova parola già approvata dall’Accademia della Crusca.
“Quando ho letto il compito ho segnato errore — racconta Margherita Aurora al telefono — ma aggiungendo accanto al cerchio rosso che si trattava di un errore bello. La parola mi convinceva, perciò mi è venuta l’idea di chiedere il parere della Crusca. Ho spiegato ai miei alunni che cos’è questo ente, l’abbiamo studiato insieme e poi ho chiesto a Matteo di scrivere la lettera da spedire. Lui me l’ha fatta correggere e ha chiesto a una compagna di classe di ricopiarla in bella grafia. Insomma, un bel lavoro di squadra. Tutto questo succedeva tre settimane fa: ieri, martedì 23 febbraio, è arrivata la risposta e in classe è subito scattato l’applauso”.
Un vero e proprio fatto sorprendente ed esilarante che ha dato però soddisfazione alla maestra quanto al piccolo Matteo. E, con sorpresa e un pizzico di soddisfazione, a distanza di qualche tempo, l’Accademia della Crusca ha così risposto al piccolo alunno: “La parola che hai inventato – si legge nella lettera inviata dall’accademia – è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano così come sono usate parole formate nello stesso modo: tu hai messo insieme petalo + oso, petaloso, pieno di petali , con tanti petali. Allo stesso modo in italiano ci sono pelo+oso, peloso, pieno di peli, con tanti peli e ancora coraggio+oso, coraggioso, pieno di coraggio”.
Poi l’amara sorpresa: “La tua parola è bella e chiara. – continua l’Accademia della Crusca inviata da Firenze il 16 febbraio scorso – Ma sai come fa una parola ad entrare nel vocabolario? Perché entri in un vocabolario bisogna che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola tra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a dire ‘Come è petaloso questo fiore’, ecco allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano”.
Ed è nata così la mobilitazione sui social, tanto che in moltissimi si sono attivati per un uso concreto affinchè tale vocabolo possa essere inserito nel dizionario della lingua italiana. E su Twitter è scoppiata la gara di solidarietà a colpi di hashtag.
Anche il primo ministro Matteo Renzi ha riservato un pensiero al caso, twittando con l’hashtag #petaloso: “Grazie al piccolo Matteo, grazie Accademia della Crusca una storia bella, una parola nuova #petaloso”. Immediata anche la risposta del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che ha cinguettato: “Bravo Matteo. La lingua è creatività e luogo di libertà #petaloso @AccademiaCrusca”.