Cagliari – Quattordici operatori sanitari sono stati sospesi per 6 mesi dalla propria attività per aver maltrattato e picchiato i pazienti di un centro disabili.
Sono state le telecamere dei militari dell’Arma a incastrare gli addetti, registrando le loro violenze. Le indagini dei carabinieri erano partite dopo che un’operatrice ha denunciato la struttura per non aver ricevuto lo stipendio per mesi. La vicenda è avvenuta nel centro Aias di Decimomannu, in provincia di Cagliari.
Secondo gli investigatori, i 36 pazienti della struttura con gravi problemi psichici e fisici “erano trattati come in un lager. Maltrattamenti, percosse, umiliazioni in modo continuo e sistematico, lesioni personali, omissione di referto nei confronti di 36 ospiti, alcuni anche con difficoltà di deambulazione”.
Ritenute responsabili dell’accaduto dodici persone tra operatori e infermieri e due amministratori del centro Aias, Associazione italiana assistenza spastici. I pazienti, oltre ad essere malmenati, derisi e presi in giro, venivano lavati tutti insieme senza fare distinzione tra donne e uomini. Strattonati e abbandonati a se stessi in pessime condizioni igienico-sanitarie.
Tra gli episodi segnalati dai militari vi è anche quello in cui un malato finì in ospedale dopo essere stato picchiato, ma ai parenti fu detto che l’uomo era stato ricoverato per polmonite.
Le indagini sono dirette dal colonnello dei carabinieri Gavino Asquer. Beatrice Lorenzin: “Nessuna tolleranza verso gli operatori di strutture socio-assistenziali che maltrattano anziani, disabili e malati – ha detto il ministro della Salute- I Carabinieri del Nas stanno lavorando in modo straordinario, con controlli quotidiani che rendono di grande efficacia la task force che abbiamo istituito nel luglio del 2013 al ministero”.
Codacons: “In Italia si sta registrando una vera e propria escalation di violenza all’interno di case di cura e strutture sanitarie che ospitano disabili e anziani che indigna e pone seri interrogativi su come operano tali strutture e il personale che vi lavora”.
“Il vero problema – ha dichiarato Carlo Rienzi, presidente dell’associazione di consumatori – è la mancanza di controlli e verifiche periodiche che accertino la qualità del servizio reso e il rispetto dei diritti dei pazienti. Serve incrementare la vigilanza con ispezioni continue e attente verifiche sul personale affinché simili episodi non si ripetano più”.