Milano – Tonnellate e tonnellate di frutta e verdura che invece di finire alla Caritas o alla Croce rossa, erano rivendute nei mercati all’ingrosso in Italia e in quelli dell’Europa dell’est, in Croazia e in Romania, garantendo guadagni milionari. Il tutto grazie alla truffa messa in piedi attraverso una onlus di Lodi ai danni della Comunità europa, che versava contributi pubblici agli imprenditori per donare il cibo alle associazioni.
“Uno schiaffo ai milioni di poveri che in Italia hanno bisogno di aiuto”, secondo la Coldiretti che ha commentato l’operazione dei Nas che ha portato all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare e a 50 perquisizioni. In manette il presidente della onlus lodigiana ‘Sei per secu’, e altri 10 i denunciati a piede libero. Due gli arresti eseguiti a Milano. L’accusa è associazione a delinquere finalizzata al peculato e ricettazione.
L’indagine e il sequestro di 13mila tonnellate di prodotti ha coinvolto 19 province, tra cui Latina e il mercato ortofrutta di Fondi, il più grande in Italia. Stimati in 4 milioni di euro i guadagni illeciti per gli ideatori della truffa.
Un’operazione che, secondo il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina che ringrazia “i Nas per la preziosa operazione svolta, conferma la qualità e la professionalità del nostro sistema di controllo. Non è tollerabile – aggiunge il ministro – che ci sia chi speculi sul cibo destinato agli indigenti”.
Secondo quanto precisato dai carabinieri del Nas, i provvedimenti sono stati eseguiti oltre che in Lombardia, dove è stata organizzata la frode, anche nel Lazio, in Campania, in Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Questo il meccanismo: gli imprenditori agricoli e i coltivatori ricevevano legalmente i fondi europei per destinare gratuitamente parte del loro raccolto – che altrimenti sarebbe andato distrutto – a enti benefici, come Caritas, Croce rossa italiana, protezione civile e diversi banchi alimentari del territorio nazionale. Successivamente, per donare il cibo in beneficenza, i produttori, ignari della truffa, si affidavano alla onlus di Lodi che, falsificando le fatture, inviava solo un piccolo quantitativo di merce alle associazioni.
In realtà, i carichi di frutta venivano rivenduti sul mercato a prezzi concorrenziali a distributori all’ingrosso in tutta Italia, oppure inviati ai mercati esteri dell’Est Europa, tra cui Croazia e Romania. Tra gli arrestati figurano sia rappresentanti delle imprese che commercializzavano gli stock sia operatori dei mercati rionali.
In pochi mesi sono state documentate oltre 900 transazioni illecite di frutta e verdura per un valore di 4 milioni di euro. Il meccanismo fraudolento è stato notato dai carabinieri del Nas, con l’intervento della polizia di Gorizia che ha fermato un carico merci sul confine, a partire dai contenitori della frutta trovate nei mercati all’ingrosso. Il sospetto è nato dalle targhette poste sulle confezioni, su cui vi era scritto che la frutta era destinata alla donazione e non alla vendita. La competenza dell’indagine è della procura di Lodi.