Napoli – Non trattiene accuse, Roberto Saviano nella sua intervista a Repubblica. Il celebre autore di Gomorra si scaglia contro tutti i rappresentati della politica, compresi i 5stelle, per quanto concerne la gestione del Sud del paese.
“Lo sa il Pd nazionale come tratta i posti difficili del sud? Come buchi neri. E difatti tende a lavarsene continuamente le mani” ha dichiarato. “Quello che accade a Napoli e in Campania è esemplare, basta osservare l’offerta politica, l’assenza di un autentico rinnovamento, proprio quando si decide il destino di una capitale del Mezzogiorno sempre più povera, e più preda del crimine”. Ma ne ha anche per gli altri. “I Cinque Stelle sono un’estensione della volontà di Casaleggio. E il sindaco de Magistris ha fallito l’unica missione che aveva”.
Sul sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il suo J’accuse è tagliente: “A fine mandato non è importante isolare cosa va salvato e cosa no, ma quale città si è ereditata e quale città si lascia. L’evoluzione delle organizzazioni criminali a Napoli non ha vita propria, ma si innesta nel tessuto cittadino e in quello politico e imprenditoriale. Se fino a qualche anno fa era quasi solo la periferia a essere dilaniata da continui agguati di camorra, ora si spara in pieno centro. E si spara per le piazze di spaccio. Non una parola sulla genesi di agguati e ferimenti. Non una parola sul mercato della droga che in città muove capitali immensi. Fare politica a Napoli e in Campania dovrebbe voler dire essere l’avanguardia della politica in Italia, avere idee, proposte, e tenersi lontani il più possibile dalle logiche delle consorterie”.
Ed aggiunge: “Il Pd nazionale si lava continuamente le mani della Campania e di Napoli”. In qualche modo lancia, anche, un appello a quello che sarà il futuro sindaco di Napoli: serve “attenzione costante. E progetti veri: da Roma, dall’Europa. Nessun politico, nessun partito può farcela senza un progetto nazionale e internazionale che sostenga la riforma della città. Chiunque creda di potercela fare inganna sé e gli elettori”.
Il primo cittadino di Napoli non poteva certamente essere indifferente alle parole dell’intellettuale, ne è sorta quindi una subitanea reazione. De Magistris, ha risposto con questa nota pubblicata su Facebook alle dichiarazioni di Saviano: “Credo che Saviano non faccia un danno all’amministrazione o al sindaco, rispetto ai quali ogni critica è lecita, ma faccia un danno a Napoli. Come ho detto in merito alla fiction Gomorra2, pur rispettando il diritto alla comunicazione e alla libera espressione artistica, comunque eviterò politicamente la riduzione di Scampia a merce da circo mediatico. Allo stesso modo contrasterò la trasformazione delle problematiche cittadine, in primis i rifiuti, a carne da macello elettorale. Non posso non osservare, infatti, la tempistica ‘precisa’ e gli spazi ‘definiti’ di questa crociata unilaterale che Saviano ha ingaggiato: a poche settimane dal voto e su alcuni organi di informazione, vicini a quelle forze partitiche che pure hanno sostenuto il governo Monti (che ha strozzato i comuni, fra i quali il nostro) e che hanno amministrato per decenni questa città e questa Regione. Se lo ricorda questo Saviano?”, si chiede retoricamente non nascondendo un certo risentimento.
“Un miliardo e mezzo di debito – continua de Magistris – e ottocento milioni di disavanzo del Comune della terza città di Italia. Se la ricorda Saviano quella stagione? Se lo ricorda chi amministrava allora? E nonostante l’assenza di risorse, Napoli è da un anno e mezzo al riparo dall’emergenza rifiuti ed ha riconquistato, anche per questo, una nuova immagine internazionale, come dimostra la presenza turistica e la sua capacità di attrarre eventi”.
“Certo, la raccolta porta a porta – aggiunge il sindaco – dovrebbe crescere e gli impianti di compostaggio dovrebbero essere già attivi. Certo, le periferie dovrebbero vedere un intervento di riqualificazione e un piano di sviluppo radicali. Tutto questo lo faremo. Ma come può essere compiuto tutto questo, in un anno e mezzo, se una amministrazione governa di fatto in dissesto? Come può uno scrittore e un pensatore, che dice di amare la sua terra, non comprendere questo dato drammatico e non capire l’importanza di stringersi intorno alla sua città, per chiedere anche sul piano nazionale un sostegno che sia proporzionale al ruolo della capitale del Sud? Questo populismo critico compiuto da lontano, dunque senza avere il polso diretto e quotidiano della città, cioè senza viverla la città, non può consentire uno sguardo realistico su Napoli. Perché Saviano non ha mai offerto il suo aiuto, non ha mai avanzato un consiglio, non ha mai dato una idea o una proposta per contribuire allo sforzo di rendere Napoli più bella, più vivibile, più libera?”.
Ma la risposta allo scrittore non si è fermata al digitale, infatti durante la conferenza stampa del “Partito del Sud”, che lo appoggerà alle elezioni, ha dichiarato: “Chi dice che Napoli è uguale e che non è cambiato nulla è un fiancheggiatore involontario di chi fa il male della città. E questa analisi fa più male di un colpo di pistola perché le parole quando sono pronunciate da chi avrebbe le capacità intellettuali di analizzare sono piombo”.
Parole che, come ci ha tenuto a specificare, sono una risposta “non solo a Saviano, ma anche a tutti coloro che avrebbero gli strumenti intellettuali per capire che qui si sta facendo una rivoluzione”.