I carabinieri hanno eseguito tra Palermo e Termini Imerese 17 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La presunta organizzazione avrebbe gestito lo spaccio di cocaina, hashish, e marijuana nella piazza del Palermitano.
Sono sei le persone finite in carcere, cinque ai domiciliari mentre per altri sei è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’operazione “Aquarium 2” ha consentito di delineare il quadro completo della fiorente attività di spaccio di stupefacenti nella provincia orientale del capoluogo siciliano. Il centro di Termini Imerese è risultato il crocevia del traffico con una stabile organizzazione in grado di assicurare quotidianamente i rifornimenti ai clienti.
Particolarmente significativa è risultata l’attività di spaccio realizzata dal gestore di un negozio di frutta e verdura nel centro di Termini Imerese, il quale, per eludere ogni possibile controllo, concordava gli appuntamenti con i clienti attraverso un telefono pubblico dinanzi la sua attività commerciale. Un altro pusher, invece, incontrava gli acquirenti in un casolare nelle campagne termitane, utilizzando l’espressione “Ci vediamo dai cani o nella stalla”, al fine di sviare eventuali controlli.
Il traffico di droga era in grado di muovere grosse quantità di hashish e cocaina, e coinvolgeva tanto Termini Imerese quanto Palermo, dove sono stati individuati una serie di spacciatori attivi in quartieri popolari come Sperone, Bonagia e Villagrazia, delineando quindi la “catena dello spaccio” tra spacciatori e fornitori.
A Palermo è emersa, in alcuni casi, un’attività di spaccio a conduzione familiare come nel caso di due cognati che utilizzavano la stessa linea telefonica per gestire i traffici. O nel caso di due fratelli, uno dei quali spacciava nonostante fosse sottoposto alla semilibertà.
Alcuni indagati, poi, usavano i social network per le proprie comunicazioni, ritenendoli più sicuri. Particolare curioso è il “tariffario” degli spacciatori che variava non soltanto a seconda del tipo di sostanze da acquistare, ma anche in relazione alle modalità di consegna. Se lo spacciatore si recava personalmente a consegnare la droga al consumatore, conteggiava un importo maggiorato, dal momento che doveva assumersi il rischio di possibili controlli delle Forze di Polizia, nonché i costi del viaggio.
Complessivamente sono state documentate oltre 500 cessioni di droga e sequestrati 150 grammi di cocaina, 300 grammi di hashish e 100 grammi di marijuana, nonché la somma 2mila euro, arrestando in flagranza di reato 6 persone e segnalando altre 20 come assuntori di droga.