Ue in crisi tra Brexit e tetto migranti dell’Austria

di Redazione

Bruxelles – “Combatterò per la Gran Bretagna” e “non accetterò un accordo che non risponde a quello di cui abbiamo bisogno”. Lo ha detto David Cameron, intervenendo al vertice del Consiglio europeo sul caso Brexit, ossia la possibilità fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. “Abbiamo un lavoro importante da fare e sarà duro”, ha aggiunto Cameron. E ancora: “È più importante fare bene che accettare un accordo qualsiasi per la fretta finale”.

Intanto, è arrivata da Bruxelles una lettera all’Austria, che vorrebbe imporre un tetto sull’accoglienza dei richiedenti asilo. Tale intenzione “sarebbe chiaramente incompatibile con gli obblighi rispetto alle leggi Ue e internazionali” secondo quanto scrive a Vienna il commissario Ue Dimitris Avramopoulos, rivolgendosi al ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl Leitner. Avramopoulos boccia anche le quote pensate per i richiedenti in transito e “sollecita a riconsiderare le misure unilaterali proposte”.

Secca la replica del cancelliere austriaco Werner Faymann, che ha confermato che il suo Paese non cambia la posizione sul tetto limite per i profughi. “Dal punto di vista politico – ha dichiarato a margine del vertice – è impensabile che l’Austria accolga tutti i richiedenti asilo dell’Europa”. Faymann ha poi sottolineato che la questione di diritto dovrà essere affrontata dai giuristi.

Sulla vicenda è intervenuto poi il premier italiano Matteo Renzi, dicendo: “Mi rendo conto che la situazione in Austria è comprensibilmente molto difficile. C’è un problema. Ma non possiamo pensare di chiudere il Brennero che è uno dei passaggi simbolici dell’Europa”. E sul capitolo Londra: “Sono abbastanza ottimista che ci sarà un accordo in grado di portare Cameron ad affrontare e ci auguriamo a vincere il referendum”.

Se il Regno Unito lascia intendere chiaramente di non voler cedere sulle sue richieste per evitare il Brexit, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker dice di essere “abbastanza fiducioso che ci sarà un accordo con la Gran Bretagna. Credo che il Paese avrà un ruolo collaborativo e costruttivo all’interno dell’Unione”.

Spiegando la sua posizione, il premier britannico precisa: “Se potrò ottenere un buon accordo lo prenderò. Con la buona volontà e il duro lavoro possiamo raggiungere un accordo migliore per noi”.  Il punto relativo a Londra è in cima all’agenda del Consiglio europeo: il tentativo di trovare un’intesa su una serie di riforme che eviti il Brexit è l’obiettivo numero uno di questa due giorni.

Sulla vicenda è intervenuta anche Angela Merkel, che ha detto: “Ci sono ancora cose da risolvere ma complessivamente sto arrivando alla discussione con l’attitudine che vogliamo fare di tutto per creare condizioni tali che il Regno Unito possa restare nell’Ue. Dal punto di vista della Germania questo è importante, ma naturalmente dipenderà dai cittadini britannici decidere alla fine”.

È necessario, ha detto il presidente francese Francois Hollande, che nel vertice Ue si raggiunga un accordo perché il Regno Unito resti nell’Unione europea, ma “nessun Paese deve avere diritto di veto, nessun Paese deve esimersi dalle regole comunitarie o dalle autorità comuni”.

Vede una strada in salita il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk che, arrivando al palazzo Justus Lipsiurs per i lavori del vertice, ha detto: “Come sapete siamo nel pieno di un negoziato ancora molto difficile e sensibile sulla questione britannica. Una sola cosa è chiara. Questo è un vertice ‘o la va o la spacca’, non ci sono dubbi”.

Amara la riflessione del premier greco Alexis Tsipras che, entrando al vertice europeo, ha detto: “La Ue non può essere solo regole per alcuni e ‘a la carte’ per altri”. Tsipras ha spiegato che “è un momento critico perché abbiamo tre crisi in parallelo, quella finanziaria, che c’è ancora, quella di sicurezza, e quella dei rifugiati. Quindi dobbiamo restare uniti e solidali, in tutte e tre le crisi. La soluzione non è costruire muri, non è il razzismo o la xenofobia”.

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